L’argomento che andiamo a enucleare porta alla riflessione sull’inganno dei sentimenti, in amicizia come in amore e prendiamo spunto dalla frase dell’antropologo francese Marcel Mauss, “Una parte considerevole della nostra morale e della nostra stessa vita staziona tuttora nell’atmosfera del dono, dell’obbligo e, insieme, della libertà. Non tutto, per fortuna, è ancora esclusivamente classificato in termini di acquisto e di vendita”.
Il rischio di cadere nelle trappole abilmente costruite da parte di coloro che fingono di essere ciò che sono, è molto elevato.
Internet risulta un mezzo idoneo sia per reperire informazioni utili sulla vita, abitudini ed interessi delle proprie vittime sia, poi, per passare alla successiva fase dell’approccio.
Si tratta di azioni delittuose che non lasciano nulla al caso la cui portata può essere paragonata ad una tela tessuta un passo alla volta, ma senza sosta, nella quale le vittime restano, loro malgrado, imprigionate da false speranze, investendo il loro tempo inutilmente.
Le prime mosse da cui muove la truffa sono il reperimento delle informazioni che permettono di “inquadrare” la vittima ed avvicinarla puntando su una finta comunanza di passioni, interessi o problematiche.
La ricerca di questi dati avviene tramite lo studio scrupoloso dei profili presenti su social network o siti per incontri. Il passo successivo consiste nel prendere contatto con le persone prescelte. Questi “professionisti” dell’inganno si approcciano in modo da guadagnarsi la piena fiducia del proprio interlocutore.
Si cerca di scovare i punti deboli, le fragilità e tutto ciò sul quale sia possibile far leva per creare un’illusione di intimità e di comprensione nei confronti dell’altra persona.
Nella maggioranza dei casi avviene tutto in maniera graduale entrando in confidenza con le vittime individuate fino a suscitare in loro dei sentimenti che si credono contraccambiati in quanto si ricevono attenzioni, pensieri quotidiani che vanno dai messaggini del buongiorno e della buonanotte a dimostrazioni di interesse verso la vita dell’altro.
Si tratta di una vera e propria manipolazione mentale fatta di fini tattiche persuasive, elogi, dichiarazione di sentimenti e false prospettive di rosei scenari futuri grazie ai quali la persona ingannata crede di vivere una relazione d’amore autentica.
Le conseguenze legate a condotte ingannevoli sono individuabili sul piano della responsabilità penale attribuibile al malfattore sotto diversi profili. Fingere di provare sentimenti verso una persona al solo fine di trarre un ingiusto profitto può configurare, infatti, il reato di truffa di cui all’art. 640 c.p.
Nella nostra società attuale l’ipocrisia è istituzionalizzata, normalizzata. Mentre da piccoli ci viene insegnato il senso di giustizia, la necessità di non mentire, crescendo veniamo a contatto con i dissimulatori dell’inganno e dell’ipocrisia.
“Ipocrisia: simulazione di virtù, di buoni sentimenti, di buone qualità e disposizioni, per guadagnarsi la simpatia o i favori di una o più persone, ingannandole”. È così che il dizionario definisce l’ipocrisia. Simulazione di buoni sentimenti al fine dell’inganno.
Giocano con i tuoi sentimenti tutti coloro che hanno comportamenti contraddittori. Appare e scompare. Offende, fosse anche solo nei momenti di rabbia. Tieni presente che tutto quello che ti fa sentire “meno” è un modo di giocare con i tuoi sentimenti. Non sei tu che sei sbagliato/a, in questi casi. Sono gli altri.
Nel momento in cui tali persone vengono smascherate sulla loro ipocrisia e inganno dei sentimenti, si rifugiano nel loro EGO per cercare un apparente equilibrio.
William James, il grande filosofo americano, una volta disse: “L’inferno di cui parla la teologia non è peggiore di quello che noi creiamo a noi stessi in questo mondo formando, in modo sbagliato, il nostro carattere.”.
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Fonti : studiocataldi.it / giustinianolavecchia.it / lapersonagiusta.com