In una recente Lectio Divina, una persona ha enucleato quanto in oggetto di questo articolo, ovvero un concetto che dal lato umano lascia perplessi.
In pratica partendo dalla parabola del Buon Samaritano c’è chi la interpreta nel seguente modo, “Io stesso ho bisogno di aiuto, quindi non posso darlo agli altri e se me stesso/a non sono in grado di farlo evito di fare”.
Quanto sopra alla lettura di un cristiano dedito al prossimo (leggasi l’altro/a) diventa una situazione alquanto enigmatica, poiché è un pò egoistico cioé penso a me stesso risolvendo i miei problemi perché quelli tuoi non li posso risolvere, pertanto sono capperi tuoi. Se li hai vuol dire che te li sei creati/cercati e, quindi, ora ti arrangi da solo perché io non sono in grado di aiutarti.
Perciò taci, e compi da solo, cioè in te stesso l’opera di redenzione perché io ho altro da fare, ovvero risolvere i miei problemi e non posso dedicare il mio tempo a te.
Quindi se il fratello o la sorella sono nel bisogno del tuo aiuto vuol dire che essi non distinguono se stessi dalla propria anima, in pratica se sono caduti nell’inganno di quel mondo ipocrita, opportunista, egoista, ecc. devono arrangiarsi.
Quanto sopra diventerebbe la parabola del Samaritano una nota stonata di questo mondo (o quello storico, è uguale) dove me medesimo non mi chino su chi ha bisogno in quel momento, ed a tal proposito vi inserisco una foto:
Il concetto di -indifferenza- fa sì che gli altri non sono un mio problema perché se sono in quella condizione, vuol dire non sono stati capaci di prendersi cura della propria crescita in prima persona.
Ma attenzione, la persona che ha riferito quel concetto risulta, invece, essere altruista perché si prodiga, quindi viene giustificata ? No, perché puoi fare molte opere, però basta una volta sei inadempiente verso il tuo prossimo e cancelli tutto ciò hai fatto.
Ovviamente se non si è saldi e capaci di far del bene, meglio evitare perché diventa solo un atto narcisistico e catastrofico.
Il prossimo esterno a te stesso però si ricorderà quando avrà risolto il problema come racconterò di seguito.
Anni fa, prima della pandemia, venne a mancare il marito di una delle dame dell’Ordine di Malta. Un dignitario assistette al diniego del Gran Maestro nell’aiutare la vedova, in quel momento sconvolta e con 4 figli piccoli a carico.
Un comportamento che lasciò interdetti molti di coloro conoscevano il loro amico e fratello, un esempio di ‘prossimo’ disponibile e presente nel dare contributi e volontariato ai fratelli e sorelle, ma soprattutto all’Ordine di Malta.
Nel momento del restituire quello aveva fatto tale fratello, il diniego del Gran Maestro. Un’affronto piuttosto spiacevole verso la vedova?
Dopo qualche anno la vedova chiese al Gran Maestro, durante una udienza, il perché di tale comportamento ed egli replicò: “L’Ordine di Malta se dovesse sostenere i cavalieri e le dame si trovano in difficoltà, cambierebbe nome in Assistenza al Prossimo”.
La conseguenza di quella affermazione ha creato un allontanamento di numerose Dame e Cavalieri che avevano giurato su dei valori e principi fondamentali, soprattutto a sostegno dei fratelli/sorelle e quindi del ‘prossimo’.
Tale Ordine venne ritenuto indegno al compito della carità cristiana ed il Gran Maestro venne dimissionato perché inadempiente.
La vedova è oggi Gran Dama dell’Ordine di Malta ed è l’autrice di quattro fondamentali principi cristiani che vengono seguiti dai cadetti che entrano a far parte dell’Ordine, ma sono altrettanto interessanti per chiunque perché fanno meditare sul nostro -prossimo-.
Prima di tutto amo me stesso nella misura in cui ciò è utile anche alla mia crescita spirituale, ovviamente per il bene dei miei fratelli/sorelle nella comunità/ordine in cui vivo.
Secondo, bisogna trattare le persone con saggezza evitando sermoni inutili su quanto l’altro non comprende perché il suo percorso è differente dal proprio. Il più potrebbe non essere compreso anche se è corretto, perché il tuo livello di conoscenza è superiore, ma non ancora adatto a chi in quel momento hai accanto.
Terzo, bisogna ricordare di avere rispetto per chi abbiamo davanti, siano essi fanciulli/e od adulti evitando comportamenti scorretti che non sono un esempio da seguire.
Quarto, bisogna interagire con gli altri sulla base di ciò che sappiamo e conosciamo evitando di fare i cattedrati, cercando di imprimere la propria unica e imperturbabile filosofia di vita.
Riepilogando, in sintesi. Se tu sei capace di essere prossimo, allora sei in linea con quello che è la volontà di Dio nel momento in cui interagisci con gli altri.
Ricordiamoci sempre però che non sono le opere ci salvano, anche se vanno svolte, piuttosto la fede salda.