Il Castello dell’Onglavina (che prende il nome da una principessa longobarda), cui fu annessa una chiesina (poi ricostruita totalmente intorno al 1357) dedicata a San Michele, protettore del popolo longobardo, si trova a Treia (MC). La Torre di S. Marco è tutto ciò che rimane dell’antico castello di Onglavina, di probabile origine longobarda. A sostegno di questa tesi è la presenza, nell’area del castello, della Chiesa di S. Michele, santo particolarmente venerato dai longobardi. La costruzione della torre è fatta risalire al sec. XII.
Nel corso degli anni ’50 la torre è stata consolidata e in parte modificata nel suo aspetto originario: sono state rinforzate le basi, rifatta la merlatura antica e ricavato un terrazzo – belvedere sulla sommità.
Del castello, avanzo ben conservato e successivamente più volte ristrutturato, resta appunto la Torre o Rocca dell’Onglavina comunemente detta di San Marco. Essa rappresenta l’emblema della Montecchio medioevale ed è considerata il simbolo della Città.
Esagonale, divisa in tre piani, disponeva di un quarto livello di fuoco nella soprastante battagliera a cielo aperto, circondata dal parapetto merlato.
Le travature interne della torre, che sostenevano i tre piani sottostanti, sono ancora esistenti. Ogni piano disponeva di una o più feritoie per il tiro ed il terzo piano di una finestrella osservatorio.
Purtroppo la torre è danneggiata dal terremoto del 26.9.1997!
Non è l’unica nel territorio comunale: una torre-mulino si erge a valle, nei pressi del Potenza, la Roccaccia a Monte Acuto.
—:—
TREIA
L’antica Treia sorgeva nella zona del Santuario del Santissimo Crocifisso, ove in un campo è ancora visibile la forma di un anfiteatro, ed è possibile ancora trovare frammenti di epoca romana, oltre a quelli inseriti nei muri del convento. Fondata o dai Piceni in epoca pre-romana o dai Sabini intorno al IV secolo a.C., prende nome da quello della dea Trea-Jana, divinità di origine greco-sicula che qui era venerata; prima colonia romana, poi municipio (109 a.C.), raggiunse una buona estensione urbana e notevole importanza militare. Treia fu distrutta una prima volta dai Visigoti nel V secolo e poi, tra il IX e X secolo, dai Saraceni, per cui gli abitanti la ricostruirono su tre piccoli colli vicini che permettevano una più facile difesa, dandole anche il nuovo nome di Montecchio (Monticulum o Monteclum: piccolo monte). Fece parte del Ducato dei Varano di Camerino, fu sotto il dominio di Francesco Sforza, e passò poi allo Stato della Chiesa, riuscendo comunque, intorno all’XI-XII secolo, a darsi un proprio ordinamento comunale (nel 1157 si fa menzione dei due consoli) e ad avere una precisa fisionomia, tanto che fu costruito un imponente sistema difensivo comprendente i tre castelli dell’Onglavina, dell’Elce e del Cassero, la poderosa cerchia muraria e le diverse porte d’accesso. Nell’ambito dei contrasti tra Papato e Impero, la città fu cinta d’assedio una volta nel 1239, dall’esercito di re Enzo, figlio naturale di Federico II, e nel 1263, da quello di Corrado d’Antiochia, nipote di Federico II, sempre senza successo. Riuscirono anzi a far prigioniero lo stesso Corrado (si narra fingendo di arrendersi e calando la saracinesca della porta appena entrato Corrado con tutto lo stato maggiore), che però tornò in libertà dopo due mesi di prigionia nel castello del Cassero, forse per il tradimento del podestà Baglioni, lasciatosi corrompere dal nemico. Nel 1790 Pio VI con la bolla “Emixum animi nostri stadium” del 2 luglio la eresse al rango di “città”, con l’antico nome di Treia. A lui fu dedicato nel 1795 il monumento nella piazza di fronte al palazzo comunale e dominante l’antica arena del gioco del pallone col bracciale, oggi parcheggio. Treia fece parte dello Stato della Chiesa fino al 1860 quando, dopo la battaglia di Castelfidardo, fu annessa al Regno d’Italia. (Wikipedia)
Appunti di viaggio
https://www.isoladellaluna.it/MACERATA.pdf
https://www.terremaceratesi.it/pdf/treia.pdf
https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Cultura/Catalogo-beni-culturali/RicercaCatalogoBeni/ids/67432/Torre-dellOnglavina
.^.