
Nella Bṛhadāraṇyaka Upaniṣad si legge: «Come un orefice prende la materia di un gioiello e con essa foggia un disegno nuovo e più bello, allo stesso modo questo ātman scrollandosi via il corpo e rendendolo insensibile, ne foggia una forma nuova e più bella». (IV,4,4)
Il Manusmṛti (Leggi di Manu) afferma esplicitamente: «Considera attentamente le trasmigrazioni degli uomini, cagionate dalle loro azioni colpevoli… lo spirito vitale che esce dal corpo per rinascere nel grembo di una creatura umana… le sciagure che soffrono gli esseri animati a cagione delle loro iniquità e la felicità inalterabile che invece provano nella contemplazione dell’essere divino che conferisce ogni virtù».
Nella Bhagavadgītā (Il canto Divino) Krishna afferma: «Come l’anima incarnata passa in questo corpo dall’infanzia alla giovinezza e poi alla vecchiaia, così l’anima passa in un altro corpo all’istante della morte. L’anima realizzata non è turbata da questo cambiamento». (B.Gita 2.13) E ancora: «Come una persona indossa vestiti nuovi e lascia quelli usati, così l’anima si riveste di nuovi corpi materiali abbandonando quelli vecchi e inutili». (B.Gita 2.22).
Un gruppo relativamente piccolo come l’Associazione internazionale per la coscienza di Krishna, popolarmente noto come Hare Krishna, ha distribuito milioni di copie dei suoi libri e opuscoli.
Il testo sulla reincarnazione più diffuso dagli Hare Krishna è diventato popolarissimo in numerosi Paesi dell’Occidente, è spesso citato anche in contesti insospettati e ha certamente contribuito alla moda della reincarnazione, anche presso persone che non si sognerebbero mai di aderire al movimento degli Hare Krishna. wikipedia.