
Nel 1965 due ricercatori tedeschi condussero una serie di esperimenti, limitati sia dalla disponibilità pratica che dalla tecnologia dell’epoca: riuscirono, in ogni caso, a misurare i cambiamenti nell’attività cerebrale appena antecedenti alla messa in atto di movimenti volontari delle dita.
Poterono registrare due diversi picchi nell’elettroencefalogramma, che precedevano l’avvenire del movimento vero e proprio rispettivamente di 1,2 – 0,5 secondi e 0,5 – 0 secondi; attraverso il ricorso a una serie di test di controllo ed eliminando i falsi positivi, Kornhuber e Deecke identificarono in modo chiaro l’entità del loro Bereitschaftpotential e resero noti gli importanti risultati alla comunità scientifica.
Nel 1977 un terzo scienziato diede luogo ad un esperimento, al fine di stabilire se esistesse una differenza temporale tra l’inizio del PPM e la realizzazione, da parte del soggetto, di voler compiere quell’azione.
In breve lo scienziato riuscì a dimostrare che il cervello si predisponeva al movimento prima che questi intendesse davvero compierlo.
Pertanto, da quanto sopra, il destino è nelle nostre mani, che piaccia o meno, e siamo solo noi a poterne decidere il senso, nonostante la strada della nostra esistenza sia segnata da tempo immemore.
Se fosse un viaggio tra due città a caso, si potrebbe descrivere il destino come la “necessità” di raggiungere la città di destinazione entro una specifica data.
Al singolo individuo la scelta della strada da percorrere, del mezzo da utilizzare e della data di partenza.
In ogni caso, qualunque sia la nostra scelta in tal senso, a destinazione ci arriveremo sempre e comunque, magari con maggior fatica, dolore, sacrifico.
Il concetto di libero arbitrio ha implicazioni in campo religioso, etico e scientifico, dove pone diversi problemi:
in campo religioso il libero arbitrio implica che la divinità, per quanto onnipotente e onnisciente, scelga di non utilizzare il proprio potere per condizionare le scelte degli individui;
nell’etica questo concetto è alla base della responsabilità senza cui un individuo non potrebbe rispondere per le sue azioni;
in ambito scientifico l’idea di libero arbitrio comporta un’indipendenza del pensiero, e quindi della mente, dalla pura causalità delle leggi scientifiche.
La questione ha ripercussioni anche nel diritto, dove il concetto di libero arbitrio e di responsabilità individuale sta alla base del codice di procedura civile e penale.
Agostino d’Ippona distinse la libertà propriamente detta, ossia la capacità di dare realizzazione ai nostri propositi, dal libero arbitrio, inteso invece come la facoltà di scegliere, in linea teorica, tra opzioni contrapposte, ossia tra il bene e il male. Mentre cioè il libero arbitrio entrerebbe in gioco solo nel momento della scelta, rivolgendosi ad esempio al bene, la libertà sarebbe incapace di realizzarla.
In polemica contro Pelagio, Agostino poteva così sostenere che la volontà umana è stata irrimediabilmente corrotta dal peccato originale, che ha inficiato per sempre la nostra capacità di realizzare le nostre scelte, e quindi la nostra stessa libertà.
A causa della corruzione, dunque, nessun uomo sarebbe degno della salvezza, ma Dio può scegliere gratuitamente chi salvare, elargendo la Sua grazia con cui gli infonde la volontà effettiva di perseguire la scelta del bene, volontà che altrimenti sarebbe facile preda delle tentazioni malvagie.
Agostino si rifaceva in proposito alle parole di Paolo di Tarso: «C’è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; io infatti non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me».
Nel De diversis quaestionibus ad Simplicianum Agostino approfondì la propria concezione filosofica, sostenendo che la grazia di Dio è necessaria non solo nel momento realizzativo, ma anche per illuminare l’uomo su cosa è il bene. Egli riportava così il problema di chi Dio scelga di salvare, e perché, all’originale teologia della giustificazione di Paolo di Tarso.
Fonti
L’esperimento di Benjamin Libet: il libero arbitrio esiste? – Valerio Bastianelli.
La logica, vecchia e antiquata, del LIBERO ARBITRIO – Bernardo Mattiucci.
Il libero arbitrio è un concetto filosofico e teologico – Wikipedia.