L’Ipocrisia e l’opportunismo in alcune parrocchie italiane, sono le consuete maschere che si trovano in quei fratelli e sorelle che abbiamo accanto, spesso viscidi e apatici, insensibili all’altrui bisogno salvo sei di loro interesse per bisogni personali.
Insieme a loro abbiniamo anche catechisti, ministri, sacerdoti che rientrano nella categoria di omertosi opportunisti ipocriti, un club che esiste sin dalla notte dei tempi od almeno da quando l’uomo/donna hanno iniziato a usare un pò di quella materia definita grigia nell’anticamera del cevello.
“Non dovremmo mai dimenticare le parole del Signore: ‘Sia il vostro parlare sì sì, no no, il di più viene dal maligno’”. “Purtroppo esiste l’ipocrisia nella Chiesa: ci sono tanti cristiani e tanti ministri ipocriti”. Di qui un monito.
Paolo, ha proseguito fuori testo, “condanna l’ipocrisia perché Gesù condanna l’ipocrisia. Non dobbiamo avere paura di amare la verità e di conformarci con la verità perché così sapremo amare”.
Agire altrimenti “significa mettere a repentaglio l’unità nella Chiesa, quella per la quale il Signore stesso ha pregato”.
“L’ipocrisia è paura per la verità, è come truccarsi l’anima”, ha chiarito Papa Francesco.
Accade così che girovagando in parrocchie italiane e frequentandole, parlando con l’uno e l’altro, mi arrivano lamentele che, secondo me, le diocesi dovrebbero sapere o forse fanno finta per la moria di preti e fedeli?
Ad esempio quando arrivi in una parrocchia la prima cosa che ti chiedono è chi sei, per poi avere da lui quel che a loro interessa, ovvero soldi o forza-lavoro cioè volontariato.
Se tu non dai soldi e non sei forza-lavoro-volontariato vieni emarginato, sei un rejetto di quella parrocchia. Però mica Gesù ti obbligava a far qualcosa o ti chiedeva soldi e forza-lavoro. Il Suo ‘Seguimi’ era per fede, non per soldi ed opere. Non ti diceva vieni perché così ti metti a fare il ministro, il catechista, il diacono o altro.
Quindi sconcertata/o da quella parrocchia decidi di uscirne e vai altrove, ma l’ipocrisia e l’opportunismo rimangono ovunque tu vai, salvo rare realtà parrocchiali che ti accolgono così come sei, le ritrovi in particolare in quelle regioni ove il rosso porpora è il colore più utilizzato.
L’esempio da non seguire sono poi quei ministri e sacerdoti che andrebbero ‘spretati’ da come si comportano con il prossimo, ma d’altronde sanno perfettamente di prender per le mele i fedeli con qualche assoluzione, però la vera eresia viene fatta da loro all’altare nel momento del ‘Lavami da ogni colpa e purificami da ogni peccato’. Per quel che sono dovrebbero esser scomunicati o peggio fulminati all’istante. Ovviamente non accade…e loro continuano imperterriti nel loro operoso lavoro.
Ipocrisia. Questa è una parola che tornerà tante volte nel mondo cattolico, ovviamente in talune realtà e non in tutte (per fortuna o per grazia di DIO).
Che cos’è l’ipocrisia? “Si può dire che è paura per la verità. L’ipocrita ha paura per la verità. Si preferisce fingere piuttosto che essere se stessi. E come truccarsi l’anima, truccarsi gli atteggiamenti, truccarsi il modo di procedere, non è la verità”. Dice Papa Francesco e concordiamo pienamente.
Ipocriti ed anche opportunisti in quelle parrocchie cattoliche ove fanno finta di aiutarti, ma poi li vedi sgattaiolare a fine messa con altri loro simili, lasciandoti in disparte, perché tu sei quello a loro non gradito, non sei un fratello o sorella, salvo dai qualcosa che a loro interessa: soldi e volontariato.
Ipocrisia e opportunismo a braccetto in taluni sacerdoti quando sei in sacrestia e ci sono 3/4 persone presenti di cui alcuni sono sostenitori del don di turno; salamelecchi, sorrisi e pacche sulle spalle, tutto in rito ipocrita, ovviamente.
Parlano, del più e del meno, e tu sei lì arrivato forse per primo, ma vieni messo in disparte, prima viene in sequenza: chi dà soldi, chi è catechista, chi è qualcosa che va bene al Don, quindi gli altri…tu per il Don non esisti. Cioé ci sei…ma per lui sei…l’ultimo e ti concederà pochi secondi del suo tempo, salvo gli dai i soldi…o gli dici che farai qualcosa per la comunità…allora i secondi diventano minuti.
I soldi…ovvero le cosiddette offerte che dovrebbero andare in una cassa comune e che invece alcuni sacerdoti si intascano, anche in presenza di loro accoliti, talvolta coloro hanno bisogno di quei 50/100 euro per comprare gli alimenti in famiglia, spesso numerose. Ma loro, imperterriti, con la faccia come il deretano, ti guardano come per dire: non mi rompere le balle. Arrangiati.
Una vergogna ? Si, questi sacerdoti sarebbero da prendere a schiaffi, indegni di indossare dei paramenti sacri. Ma…tu sei più maturo di questo povero Don del piffero, quindi, saluti e lo mandi beatamente a pescare nel greto del fiume. Però è anche tuo dovere denunciare questi comportamenti alla Diocesi.
Non va bene che un sacerdote ometta di redarguire il ministro od il catechista che si comportano in modo errato verso un parrocchiano: la chiesa di Cristo è foriera di queste anime immonde.
“Anche i Vangeli – ha proseguito Papa Francesco – riportano diverse situazioni in cui Gesù rimprovera fortemente coloro che appaiono giusti all’esterno, ma dentro sono pieni di falsità e d’iniquità”.
Di qui l’invito a prendere il capitolo ventitre del Vangelo di San Matteo: “Vedete quante volte Gesù dice ipocriti e svela cosa sia l’ipocrisia. L’ipocrita è una persona che finge lusinga e trae in inganno perché vive con una maschera sul volto, e non hai il coraggio di confrontarsi con la realtà con la verità. Un ipocrita non sa amare. Non è capace di amare veramente: si limita a vivere di egoismo e non ha la forza di mostrare con trasparenza il suo cuore”.
Fratelli e Sorelle ipocrite che fanno finta di non essere capaci di sostenere colei o colui sono in un momento di bisogno emotivo, ma appena qualche passo e li vedi parlare con l’amica/o di turno, per le loro faccende ed impegni anche cattolici ove ti chiedi come fanno ad essere così disponibili e poi ti rendi conto che è opportunismo.
Quando li interpelli si limitano a poche frasi di circostanza, d’altronde non sanno cosa dire, si sentono come dei pesci fuor d’acqua, insomma gli andrebbe chiesto cosa ci vanno a fare in chiesa a sentire messa e inghiottire particole come se fossero dei pop corn.
Il peggio è quando la cerchia si riunisce e ti trovi nel mezzo a lupi, caproni, tori, comunque ipocriti, omertosi, opportunisti, alcuno escluso, salvo rari casi.
Accade quindi che se durante una catechesi o altro di spirituale, qualcuna/o cerca il suo meritevole spazio per riferire la sua opinione, ecco il maestro di turno, l’alter ego del sacerdote che rimprovera, ammonisce, decreta la sua posizione, ma è il nulla del nulla, soltanto lì può dirlo, poi svanisce come sabbia al vento.
Quando interpelli la Diocesi e denunci l’alter ego, dopo striscia come un serpente cercando di trovare scuse campate in aria onde evitare che venga ‘punito’, secondo noi doverosamente.
Nel momento in cui vai a verificare chi è l’alter ego del sacerdote ti rendi conto che è il solito opportunista, scansafatiche. Questo bipede umano si è trovato una via facile per guadagnare qualche paghetta dai soliti fratelli/sorelle sostenitori del don di turno.
Ovviamente sei ancor più sconcertato, schifato, ti rendi conto di com’é realmente la chiesa e, bada bene, cattolica, ortodossa, ebraica, sino ad altre spiritualità come quella falsamente buddhista ed altre salvo alcune, stai certo l’opportunismo e l’omertà, come l’ipocrisia è di casa, insita in coloro che tirano l’acqua al proprio mulino, comunque fra di loro connessi in una sorta di carbonarismo ignorante.
Quindi ritornando all’alter ego o chi per lui, catechista, ministro o semplicemente il consueto espertone teologo, od anche per esempio il cosiddetto sacrista che, essendo un lavoro dovrebbe essere regolarmente retribuito, ti rendi conto che c’è qualcosa non quadra.
Tu sei colei o colui che viene preso di mira per punirne uno ed educarne cento con la differenza che se trovano uno/a caxxuto/a poi sono cavoli molto, ma molto amari. In fin dei conti ti prendi una palata di melma in faccia davanti a tutti perché il sacerdote, senza palle, non vuole compromettere l’equilibrio comunitario (leggasi però donatori, sostegni economici, volontari, ecc.).
La differenza fra te ed il sermonista che ha rotto le palle per mezz’ora enucleando fuffa è soltanto l’omertà del sacerdote il quale deve dare esempio di corretta conduzione, equa per ogni presente con anche, se necessario, una indicazione di breve tempo affinché tutti se vogliono possono parlare ed esprimersi.
Ma…viene bacchettato perché tu non sei qualcuno dentro la cerchia dei carbonari massoni di quel specifico gruppo, peraltro sei stato segnalato perché non partecipi ad altre riunioni, non vai nei vari campus spirituali, non dai nulla di offerte in quella parrocchia, quindi perché devi essere considerato ?
Poi ovviamente ti chiedi, perché. Qual’è il motivo ? Semplicemente è l’ipocrisia condita con opportunismo e omertà.
Tutti questi falsi fratelli, sorelle, sacerdoti, ecc. vanno infilati nel cosiddetto confiteor od ancor meglio nella buca del cesso.
Ovviamente Grazie a DIO le mele marce sono poche, od almeno, possono occupare posti ove il danno è relativo ed è circoscritto, ma comunque sono coloro che fanno allontanare i fedeli, coloro che sono realmente ricchi di ciò che Gesù chiede.
Invece al mondo di oggi in queste parrocchie non gli frega un piffero che hai fede e che pregando è meglio di aver dato soldi o partecipato al cammino X o Y.
Il problema è anche un’altro, cioé la parrocchia, ha da pagare una pletora di persone alquanto enigmatiche.
Poi il comitato delle banane che si occupa degli affari economici si accorge non hanno i soldi per le Ostie, i lumini, e quanto altro al sostegno della parrocchia.
Questi caproni poi, sempre con la faccia a deretano, organizzano cene, feste e festini, ma il buco è talmente enorme che ripianarlo ci vorrebbe un miracolo.
A quel punto qualsiasi fedele dovrebbe chiedere le spese della parrocchia e non soltanto limitarsi ad accettare quel bilancio appiccicato in bacheca, con quattro numero buttati sopra tanto per dare un pò di fumo negli occhi ai soliti creduloni.
Raramente dalla bocca di questi ominuccoli ho sentito annunci per raccogliere soldi per le famiglie povere; ah già c’è la caritas, ci sono altre organizzazioni si occupano di fare, ma poi…anche su questo è da indagare approfonditamente.
I capi dei sacerdoti chiedono a Gesù con quale autorità compia le sue opere. E’ una domanda – ha spiegato Francesco – che dimostra il “cuore ipocrita” di questa gente: “a loro non interessava la verità”, cercavano solo i loro interessi e andavano “secondo il vento: ‘Conviene andare di qua, conviene andare di là…’ erano banderuole, eh, tutti! Tutti. Senza consistenza. Un cuore senza consistenza. E così negoziavano tutto: negoziavano la libertà interiore, negoziavano la fede, negoziavano la patria, tutto, meno le apparenze. A loro importava uscire bene dalle situazioni”. Erano opportunisti: “approfittavano delle situazioni”.
“Alcune volte, vi confesso una cosa – ha detto Papa Francesco-, quando io ho visto un cristiano, una cristiana così, col cuore debole, non fermo, non saldo sulla roccia – Gesù – e con tanta rigidità fuori, ho chiesto al Signore: ‘Ma Signore buttagli una buccia di banana davanti, perché faccia una bella scivolata, si vergogni di essere peccatore e così incontri Te, che Tu sei il Salvatore”.
Cristiani omertosi vi invitiamo all’approfondimento: DESTATEVI!