
La scelta del primo giorno dopo il sabato non è casuale. Infatti la Resurrezione di Cristo è avvenuta in quel giorno della settimana, come attestato nei quattro Vangeli canonici, anche se molti studiosi sostengono che la scelta sia una derivazione sincretica, partendo dal giorno dedicato a Mithra o dalle festività della setta di Qumran.
Per quanto riguarda il culto di Mithra non sembra esserci un collegamento diretto, se si considera che non esiste alcun dato che attesti lo statuto di giorno festivo del dies solis mithraico.
Indirettamente però, la domenica era il giorno di Sol Invictus, che da Mitraismo e Zoroastrismo trae le sue origini, e che Costantino I fece associare al culto di Cristo per promuovere il Cristianesimo.
Riguardo al collegamento con la setta di Qumran: questi seguono un calendario solare, il cosiddetto Calendario dei Giubilei, di 52 settimane, in cui tutte le feste cadono ogni anno nello stesso giorno della settimana.
Secondo questo calendario, due delle più importanti feste giudaiche, l’Omertag (l’offerta delle primizie e primo giorno dell’anno) e la Pentecoste, cadono di domenica, mentre la maggior parte delle altre festività cadono di mercoledì e di venerdì, giorni di digiuno, proprio come nel Cristianesimo, in cui vi si ricorda l’arresto di Gesù e la Sua crocifissione.
È possibile ci sia stata un’influenza sulla Chiesa cattolica, tanto più che i qumraniti erano degli specialisti del calendario[non chiaro]. Tuttavia, come sottolinea Rordorf [chi?], se si accettasse questa tesi si cadrebbe in contraddizione, perché si può essere verificata solo una delle due situazioni: «o l’influenza di Qumran è stata decisiva e perciò la resurrezione di Gesù è stata attribuita nella tradizione di domenica; o la resurrezione di Gesù è effettivamente avvenuta di domenica, e ciò senza alcun apporto – sia pure di natura psicologica – da parte di una tradizione risalente a Qumran»
Nell’antichità la settimana planetaria non aveva la struttura odierna, ossia non decretava un giorno di festa con cadenza periodica. Infatti il ciclo di sette giorni non ha alcun rapporto con altre unità temporali, non essendo una divisione del mese né delle lunazioni, ma semplicemente una comoda divisione temporale.
Tuttavia essa è molto antica, come il suo legame coi pianeti. Per esempio, i Caldei, conoscendo solo cinque pianeti, utilizzavano settimane di cinque giorni, mentre i Babilonesi, come indicato nel codice di Hammurabi (risalente al 2000 a.C.), avevano settimane di sette giorni, così come gli ebrei e, molto probabilmente, gli antichi egizi [non chiaro].
Attraverso queste culture la settimana di sette giorni arrivò a Roma, sostituendo il ciclo delle nundinae (i giorni di mercato) di otto giorni già dal I secolo a.C. I romani diedero ai giorni i nomi delle principali divinità (anche quelle provenienti da altri Paesi), pur slegando tale ciclo dalle feste, che invece erano stabilite secondo i criteri della religione classica.
I cristiani ereditarono tale settimana, ma introducendo il giorno del Signore, la domenica, giorno non di riposo, come per gli ebrei il sabato, bensì di gioia, dunque di festa. Tale innovazione ebbe una straordinaria fortuna, radicandosi appieno nella cultura cristiana e, negli ultimi secoli, anche nelle altre. Tuttavia l’evoluzione della settimana non è così lineare come potrebbe sembrare, ma è il frutto di un processo caratterizzato da scelte per nulla ovvie e da diverse contese.
Il culto cristiano iniziò a diffondersi molto presto, e con l’aumento del numero dei fedeli si sentì probabilmente la necessità di fissare un giorno in cui tutta la comunità si potesse riunire per celebrare insieme i misteri della resurrezione di Cristo, creando in tal modo un’identità indipendente da quella ebraica, tanto più che molti di coloro che avevano aderito alla nuova religione non provenivano dal Giudaismo.
Quasi certamente i primi giudeo-cristiani continuarono a rispettare il riposo sabbatico, recandosi alla sinagoga per la lettura della Scrittura e per pregare, come avveniva in tutta la Giudea, ormai colonia romana. Dopo di che si riunivano in case private di qualche cristiano abbiente, imitando in tal modo gli apostoli che avevano atteso la venuta dello Spirito Santo.
Ciò non significa che la domenica sia una diretta conseguenza del sabato, ma non si può negare che la ricorrenza settimanale abbia una derivazione ebraica.
In ogni caso la concezione cristiana del tempo è ben diversa da quella dei giudei: infatti se il sabato ebraico è giorno di Jahvè e quindi caratterizzato dal divieto di svolgere qualsiasi attività, per i cristiani tutto il tempo è di Dio, e la domenica è solo il giorno dedicato alla memoria. Wikipedia