La centralità di Cristo e dell’incontro eucaristico nel giorno del Signore sono i capisaldi del progetto, da cui seguono gesti e stili di fraternità reale tra tutte le componenti del popolo di Dio.
Il progetto chiede uno «sforzo di immaginazione», a più livelli: pensare non più a parrocchie chiuse in se stesse, ma a presenze organizzate dei cristiani sul territorio: presenze capaci di «governarsi» secondo criteri di una maggiore e più consapevole corresponsabilità dei laici.
Nl progetto è previsto la istituzione dell’Istituto per la formazione dei laici. Ci saranno corsi almeno biennali, per arrivare a ministeri ordinati «a tempo»: cioè i laici che hanno frequentato il corso si considerano in servizio per i 5 anni successivi, ma il loro ministero non è a vita. Questo, per favorire il ricambio nelle funzioni e nei servizi.
I laici «formati» saranno chiamati a gestire le attività di base delle comunità parrocchiali e i servizi sul territorio; soprattutto, faranno parte dell’équipe-guida delle comunità: il gruppo che coordina la pastorale sul territorio dei gruppi di parrocchie.
E’ necessario un ripensamento radicale della Curia che deve essere a servizio delle parrocchie e del vescovo, superando la moltiplicazione degli uffici (con relativi costi) che ha caratterizzato gli ultimi decenni.
Il problema di fondo è chi pagherà questi pseudo ministri in quanto essi aumenteranno considerando che ci sarà a coordinarli anche un presbitero diocesano ufficialmente colui designato a officiare la SS Messa.
Fonte
Ateleia