Prot.N.581/05/GEN.
Ai Rev.mi Parroci
Rettori di Chiese e Cappelle
della Diocesi di Roma
Roma, 6 giugno 2005
Carissimi,
giungono spesso, presso questo Vicariato, segnalazioni di celebrazioni presso le chiese e cappelle della nostra Diocesi di c.d. Ordini dei Templari con c.d. investiture di nuovi cavalieri.
Per incarico del Cardinale Vicario, mi premuro informarvi che, come più volte L’Osservatore Romano ha precisato, la Santa Sede riconosce e tutela solamente il Sovrano Militare Ordine di Malta e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Pertanto i Rev.di parroci, rettori di chiese e cappelle pubbliche o anche di istituti religiosi, sono invitati a lasciar cadere le richieste d’uso delle chiese e cappelle medesime presentate da Ordini non riconosciuti, in particolar modo quelle concernenti celebrazioni eucaristiche finalizzate alle cosiddette investiture di nuovi cavalieri. Qualora davanti a richieste che vi pongano nel dubbio di concedere o meno l’uso delle chiese delle quali siete responsabili, vi invito a sottoporre previamente le domande a voi pervenute alla Segreteria Generale del Vicariato.
Mi è gradita l’occasione per porgere a tutti un cordiale saluto assicurando il ricordo nella preghiera
Mons. Mauro Parmeggiani
Segretario Generale
del Vicariato di Roma
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Leggendo questa lettera scritta da Mons. Mauro Parmeggiani Segretario Generale del Vicariato di Roma, ci fa capire che nessun Priorato, Ordine o Associazione Templare e riconosciuto dalla Santa Sede. Dopo aver tanto evitato di parlarne, crediamo che però sia venuto il momento di spendere poche ma sacrosante parole per disquisire un momento sulla proliferazione di Ordini Templari e non solo ma anche tantissimi Ordini di Malta su tutto il territorio nazionale italiano.
Dopo la presentazione in Vaticano del “Processus contra Templarios”https://www.scrinium.org/scrinium/Opere.php?idProgetto=3&idOpera=20&idLingua=1
FONTE: https://www.ilportaledelmistero.net/articolo0255.html
girava in rete una notizia a dir poco incredibile. gSi fanno chiamare l’Associazione del Sovrano Ordine del Tempio di Cristo (riconducibile all’O.S.M.T.H. del Reggente Fernando Pinto Sousa Fontes ) e si dichiarano successori dei Templari: per questo motivo hanno deciso di intentare presso un tribunale di Madrid una causa contro il Papa, chiedendo la restaurazione dell’Ordine abolito – in modo tutt’altro che pacifico – nel 1307. Come spiega il quotidiano spagnolo El Pais,https://www.corrispondenti.net/external_link.html?https://www.elpais.com/articulo/sociedad/templarios/demandan/Papa/elpepusoc/20080803elpepusoc_2/Tesla causa viene intentata contro Benedetto XVI in quanto titolare del soglio pontificio e successore di Clemente V, il pontefice che – dietro pressioni del monarca francese, Filippo IV, fortemente indebitato con i Templari – sciolse d’autorità l’ordine mandando al rogo il Gran Maestro Jacques de Molay. Secondo la causa i beni sequestrati all’ordine varrebbero oggi 100 miliardi di euro: l’Associazione – legalmente registrata – tuttavia non chiede alcun indennizzo né tanto meno la restituzione, ma solo il riconoscimento del torto subito.
Il tribunale di primo grado Madrid ha respinto la causa, dicendosi privo di giurisdizione in un evento accaduto sette secoli fa e “materia propria degli storici”: dovrà pronunciarsi la Corte d’Appello.
Appresa la notizia il Reggente dell’Ordine, Lt.G.M. Alberto Zampolli, ha immediatamente preso le distanze dalla dichiarazione:
“Disapproviamo totalmente il contenuto dell’articolo del gruppo spagnolo templare OSMTH/OSMTJ di Sousa Fontes fuoriuscito dall’O.S.M.T.J. nel 1945 dopo essersi appropriato di alcuni documenti consegnatigli nel 1942 da Vanderberg, ex Reggente OSMTJ.
Ricordiamo che il gruppo di Sousa Fontes in Portogallo, OSMTH si è costituito autonomamente per decisione personale dello stesso ex Precettore del Portogallo, Sousa Fontes, che, alla sua morte, decise di lasciare “in eredità” il titolo di Gran Maestro al figlio che ancora si proclama gran maestro, (assolutamente proibito dagli Statuti dell’Ordine qualunque ereditarietà del titolo. Per l’Ordine Templare OS.M.T.J., visti i presupposti, il gruppo OSMTH è un gruppo sedicente ed irregolare.
Il gruppo OSMTH, in Spagna, si è dato la sigla OSMTJ, come il nostro rispettabile Ordine, per darsi una certa contezza, ma sono sempre dei “sedicenti” templari OSMTJ ed infatti non hanno alcun riconoscimento ufficiale dall’Organistion Mondiale des Templiérs. La richiesta rivolta al Santo Padre da parte del nostro Ordine, aveva ben altri toni e contenuti……….
Una motivazione è forse da ricercare nello stesso “Mondo Templare”, piuttosto che nei rapporti con il Vaticano. Inoltre ai veri o presunti bisogna tener conto delle leggi dello Stato Italiano. Ci sono molti Cavalieri che si sentono nel proprio cuore e nello spirito veri templari è si sentono traditi da coloro che infangano con i lori comportamenti ingannatori e che si attaccano al potere e ai denari……dopo duemila anni dal tradimento che subì nostro —Signore Gesù Cristo– e dopo 700 anni dalla persecuzione e dai tradimenti che subì l’antico Ordine….oggi assistiamo ancora a tanti falsi cavalieri che tradiscono e fanno uso e abuso a danno dei giusti.
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Dichiarazioni della Santa Sede in materia di Ordini Cavallereschi
La Santa Sede Apostolica tramite l’Osservatore Romano si è espressa più volte sulla legittimità di alcune organizzazioni che si definiscono “Ordini Cavallereschi” generando l’apparenza di essere legate a S.R.C. vuoi per la somiglianza del nome con Ordini Religiosi estinti, vuoi per l’appartenenza ad essi di esponenti anche illustri del clero.Di seguito riportiamo alcune di queste dichiarazioni che non risulta siano mai state smentite o ritirate dalla Santa Sede.
Precisazione sui finti Ordini Cavallereschi
Osservatore Romano del 4 luglio 2002
«Vari lettori ci hanno chiesto informazioni circa l’atteggiamento della Santa Sede nei confronti degli Ordini Equestri dedicati a Santo o aventi intitolazioni sacre.
Al riguardo, siamo autorizzati a confermare quanto già pubblicato in passato dal nostro giornale: la Santa Sede, oltre ai propri Ordini Equestri, riconosce e tutela due soli Ordini Cavallereschi: il Sovrano Militare Ordine di Malta -ovvero Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta- e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.».
Osservatore Romano del 21 marzo 1952 pubblicato anche in Rivista Araldica (1952, p. 182-3)
«Da qualche tempo si avverte il deplorevole fenomeno del sorgere di pretesi Ordini cavallereschi ad opera di iniziative private, che hanno il fine di sostituirsi alle forme legittime di onorificenze cavalleresche. Come altre volte già si è avvertito, questi sedicenti Ordini assumono il loro nome sia da Ordini realmente esistenti ma da secoli estinti, sia da Ordini rimasti allo stato di progetto, sia infine da Ordini veramente fittizzi e non hanno mai avuto qualsiasi precedente nella storia.
Per maggior confusione di idee poi da coloro, che ignorano la vera storia degli Ordini Cavallereschi e la loro evoluzione giuridica, a queste iniziative private, che si dichiarono autonome, vengono anche attribuite qualifiche, che ebbero la loro ragione di essere nel passato, o che furono proprie di Ordini autentici, approvati a suo tempo dalla Santa Sede.
Perciò, con una terminologia quasi monotona, questi così detti Ordini si attribuiscono, chi più chi meno, il titolo di Sacri, Militari, Equestre, Cavallereschi, Costantiniani, Capitolari, Sovrani, Nobiliari, Religiosi, Celesti, Angelici, Lascaridi, Imperiali, Reali, Delcassiani ecc. Nell’ambito di tali iniziative private, che non hanno in alcun modo una approvazione o un riconoscimento qualsiasi dalla Santa Sede, si possono annoverare i cosidetti Ordini di:
Santa Maria o Nostra Signora di Betlemme;
San Giovanni d’Acri detto anche semplicemente di San Giovanni Battista
San Tommaso
San Lazzaro
San Giorgio di Borgogna detto anche del Belgio o di Miolans
San Giorgio di Carinzia
Costantiniano Lascaride Angelico Ordine della Milizia Aurata
della Corona di Spine
del Leone della Croce Nera
di Sant’Uberto di Lorena o di Bar
della Concordia
di Nostra Signora della Pace…
A tutti questi e altri simili cosiddetti Ordini Cavallereschi con le annesse Associazioni di Crpco d’Oro, d’Argento, Azzurre ecc. più o meno internazionali, devono certamente aggiungersi quelli che con qualcuno degli appellativi su accennati hanno assunto il titolo:
dalla Mercede
da Santa Brigida di Svezia
da Santa Rita da Cascia
dalla Legion d’Onore dell’Immacolata
da San Giorgio d’Antiochia
da San Michele
da San Marco
da San Sebastiano
da San Guglielmo
dallo storico e non più esistente Ordine del Tempio
dall’Aquila Rossa di San Cirillo di Gerusalemme ecc.
Ad evitare equivoci purtroppo possibili, anche a causa dell’uso indebito di documenti pontifici o ecclesiastici, già rilasciati per fini religiosi, o per Ordini semplicemente monastici, e ad impedire la continuazione di abusi, che poi risultano a danno di molte persone di buona fede, siamo autorizzati a dichiarare che la Santa Sede non riconosce alcun valore ai diplomi e alle relative insegne, che siano rilasciati da cosidetti su indicati Ordini».
Ordine Ospedaliero di Santa Maria di Betlemme
Osservatore Romano del 1° giugno 1933 pubblicato anche in Rivista Araldica (1933 fasc. X, p. 479)
«Ci viene riferito che vengono offerte ad alte personalità e contemporaneamente a persone non degne di considerazione onorificenze di un cosidetto Ordine di Santa Maria di Bethleem, cui a volte si attribuisce anche il titolo di Pontificio. Siamo in dovere di dichiarare che un tale Ordine non solo non è Pontificio, ma non è affatto conosciuto dalla Santa Sede, che desidera anzi siano messe in guardia le persone alle quali vengono eventualmente offerte le suddette onorificenze».
Osservatore Romano del 25 agosto 1938
«La Santa Sede considera abusiva tanto la denominazione dell’Ordine di Santa Maria di Betlem, quanto il conferimento di titoli onorifici cavallereschi sotto questa denominazione».
Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme
Osservatore Romano del 15-16 aprile 1935.
«Da tempo viene svolta attività intesa a far rivivere e ad introdurre in Italia l’Ordine Militare ed Ospedaliero di San Lazzaro ramo di Boigny, sia con l’offerta di onorificenze dell’Ordine per cavalieri e signore, sia con articoli diretti a sostenere l’esistenza dell’Ordine quale ramo francese dell’antico Ordine di San Lazzaro di Gerusalemme, il cui ramo italiano venne fuso nel 1572 con l’Ordine di San Maurizio.
Poiché l’Ordine di San Lazzaro di Boigny, non soltanto non è riconosciuto in Italia, ma risulta, anzi, definitivamente soppresso, per lo meno sin dal 1608, ad opera del Pontefice Paolo V e del Re Enrico IV, l’azione suindicata deve ritenersi illegale e sono state, pertanto, impartite le necessarie istruzioni perché sia fatta cessare, procedendo, ove occorra, nei confronti dei responsabili, ai sensi di legge.
Abbiamo già più volte avuto occasione di accennare alla fioritura di pseudo-Ordini Cavallereschi, che si è notata in questi ultimi tempi in Italia e fuori. Qualunque sia la denominazione assunta da questi cosiddetti Ordini (S. Giorgio di Miolans o del Belgio, S. Maria di Nazareth, S. Maria di Bethlem, S. Lazzaro, e simili), si tratta sempre di riesumazioni di antichi Ordini Cavallereschi, che sono completamente estinti, fatte da persone private le quali svolgono generalmente un’azione intensa, che finisce col sorprendere la buona fede di moltissimi, che non possono valutare al giusto pulito queste iniziative sprovviste di ogni legittimità.
Il fenomeno è tanto più grave se si considera che queste iniziative, essendo poste abilmente sotto titoli di Istituzioni religiose storiche, per il più delle persone., anzichè private – come sono in realtà – possono apparire sotto l’egida della Chiesa e della Santa Sede.
Non tutti sono tenuti a sapere che gli antichi Ordini Cavallereschi erano dei veri e propri Ordini Religiosi, dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica, come ogni altro Ordine religioso, e costituiti da professi che emettevano i voti sacri prescritti dalle Regole, e godevano i redditi dei benefici ecclesiastici di cui erano investiti. Ma questi antichi Ordini non hanno di comune se non il loro antico titolo (quando questo è stato conservato) con le moderne decorazioni Equestri, le quali per una completa trasformazione giuridica del primitivo istituito possono sussistere in quanto un Sovrano o Capo di Stato nei limiti della propria giurisdizione dia ad esse la legittima consistenza civile.
Nulla di tutto questo nel preteso Ordine di S. Lazzaro. Sotto tale denominazione canonicamente per la Santa Sede non esiste più alcun Ordine da vari secoli. Lo aveva infatti già soppresso e incorporato all’Ordine di S. Giovanni (attuale Ordine di Malta) sin dal secolo decimo quinto; poi nel secolo decimo sesto, dopo una parziale e temporanea resurrezione, lo soppresse nuovamente come ente a sè, e lo incorporò all’Ordine di S. Maurizio (a. 1572), dando origine così all’attuale Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro.
A causa poi delle ardenti questioni politiche del tempo in Francia, non ostante le tassative disposizioni della Santa Sede, la casa priorale di Boigny, col relativo godimento di benefici ecclesiastici, riuscì a mantenersi in vita in forza esclusiva di decreti dell’autorità regia e civile. Come si vede era una posizione tutt’altro che canonica e regolare per un Ordine religioso, sia pure, cavalleresco! Ma poi quando nel 1608 il Re di Francia Enrico IV, ad eliminare le continue difficoltà che sorgevano a questo proposito, ottenne dal Pontefice Paolo V il riconoscimento del nuovo Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo, attribuì a questo nuovo Ordine i beni, le case e le persone, che nei confini dei suoi Stati avevano già appartenuto all’Ordine di S. Lazzaro. Da ciò è avvenuto che in Francia sino alla Rivoluzione sia esistito un Ordine Cavalleresco che veniva chiamato cumulativamente di Nostra Signora del Carmela e di S. Lazzaro; mentre tale Ordine per la Santa Sede e per la Curia Romana era soltanto l’Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo. Ognuno comprende su quali labili arene sia stato costruito l’edifizio del preteso Ordine di S. Lazzaro, oggetto del comunicato surriferito; e come siano destituiti di fondamento e di realtà i titoli di Cavalieri, Commendatori ecc. (per i laici) di Monsignori (per gli ecclesiastici) che si attribuiscono coloro che vengono ascritti sia ad esso, come a qualunque altro dei pretesi Ordini sopra accennati».
Ordine di Santa Brigida di Svezia
Osservatore Romano del 9 aprile 1970, pubblicato anche in Rivista Araldica (1970, p. 126 e 127)
«In seguito ad una solenne funzione per l’investitura di nuovi Cavalieri dell’Ordine Cavalleresco di Santa Brigida di Svezia, avvenuta di recente in una chiesa parrocchiale di Roma, vari lettori ci hanno chiesto informazioni circa l’atteggiamento della Santa Sede di fronte ad Ordini Cavallereschi aventi intitolazioni sacre o dedicati a Santi.
Siamo ora in grado di confermare quanto già pubblicato in proposito, in passato, dal nostro giornale: la Santa Sede, oltre ai proprio Ordini Equestri, riconosciuti dal Diritto Internazionale, considera come cattolici -e tutela- du soli Ordini Cavallereschi: il Sovrano Militare Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, detto di Malta, e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Tutti gli altri Ordini -di nuova istituzione o fatti derivare da quelli medievali- come, per esempio, il su nominato Ordine di Santa Brigida, quelli di Nostra Signora di Betlemme e di San Giovanni, ecc., non sono riconosciuti dalla Santa Sede, non potendosi questa far garante della loro legittimità storica e giuridica, delle loro finalità e dei loro sistemi organizzativi».
QUINDI ATTENTI ALLE FREGATURE :
Ottenere un’onorificenza, un cavalierato, un titolo qualunque, da parte di un ordine cavalleresco è una gran bella soddisfazione. Spesso, soprattutto negli ambienti militari o di polizia, s’invidia il collega che sostiene di aver ottenuto un’onorificenza, il più delle volte, non riusciamo a capire il perché, visto che la persona di fronte a noi non ha fatto azioni particolarmente degne di nota. Qualcuno vantando amicizie altolocate, spesso tra i membri influenti della chiesa cattolica, dichiara di aver ottenuto onorificenze e cavalierati. Forse qualcuno ottiene l’agognata onorificenza facilmente, forse qualcuno è un pò più aiutato da qualche amico, in molti millantano, perché ottenere un’onorificenza o un cavalierato, da un vero Ordine, non è cosa semplice. Spesso i falsi ordini organizzano iniziazioni con sfavillio di croci, mantelli ed elmi, qualche volta riescono ad ingannare addirittura i prelati che concedono chiese storiche per cerimonie di investitura. Rinascono così i Cavalieri del Tempio, l’Ordine dei Santi luoghi, I cavalieri crociati CCC le repubbliche dello stato libero di bananas. Ordini cavallereschi esteri non riconosciuti dal Vaticano. Spesso i nomi di questi falsi ordini sono simili a quelli riconosciuti dal nostro ordinamento e nascono delle vere e proprie truffe. E’ bene precisare che lo Stato italiano riconosce esclusivamente i propri ordini (Ordine Militare d’Italia – Ordine della “Stella della Solidarietà Italiana” – Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” – Ordine Cavalleresco “Al Merito del lavoro” – Ordine di Vittorio Veneto e quelli riconosciuti da altri stati esteri (Es. Stato Vaticano, S. Marino etc). Ad esempio gli ordini degli ex regnanti d’Italia, sono nulli ed in base alla legge del 3 marzo 1951 n. 178, è reato concedere onorificenze non riconosciute dalla Repubblica italiana.
LEGGI E GIURISPRUDENZA IN MATERIA DI ORDINI CAVALLERESCHI
Appare opportuno affrontare tale argomento nell’ambito del diritto nobiliare, tenuto conto che molti appassionati della materia nobiliare si interessano anche di Ordini Cavallereschi e considerato che la scarsa informazione intorno ad essi favorisce, purtroppo, il proliferare di sempre nuovi falsi Ordini. Questi, spesso riallacciandosi nel nome ad antichi illustri Ordini ormai estinti, prosperano facendo la fortuna dei loro “gran maestri” ma con conseguenze – anche di rilievo penale – per i malcapitati “cavalieri”.
La legge 3 marzo 1951, n. 178 (pubblicata nella Gazz.Uff. 30 marzo 1951, n.73) oltre ad istituire l’Ordine “Al Merito della Repubblica”, regola la complessa materia del conferimento e dell’uso delle onorificenze cavalleresche. Tale legge, inoltre, contiene disposizioni relative sia agli Ordini Cavallereschi del Regno d’Italia, sia a quelli della Santa Sede e sia al Sovrano Militare Ordine di Malta.
Per tale motivo, prima di affrontare l’esegesi degli articoli più significativi di tale legge, pare opportuno offrire al lettore un quadro molto schematico, più di carattere giuridico che storico, dei numerosi Ordini Cavallereschi di “area” italiana. (CONTINUA) clicca su https://www.dirittonobiliare.com/civile.html
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ENNESIMA PRECISAZIONE SUI ATTUALI ORDINI TEMPLARI. PER PRECISAZIONE ED OBBLIGO DI CORRETTEZZA TUTTO QUESTO CHE LEGGETE E’ STATO PRESO SUL BLOG : https://blog.libero.it/templars/8709795.html
HO DECISO DI POSTARLO SOLO PERCHE’ E’ DI UNA CHIAREZZA E VERIDICITA’ FORMIDABILE….SPERO CHE SERVA A CHIARIRE ULTERIORMENTE LE IDEE A NOI TUTTI…. INIZIAMO A LEGGERE LA LETTERA CHE E’ STATA INVIATA A TUTTO IL CLERO : https://www.vicariatusurbis.org/PrelatoSegretario.asp
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Ringraziamo il Cavaliere DOMENICO ERRANTE per quanto sopra.