Il principale e più importante edificio religioso del paese di Spelonga era la Chiesa di Sant’Agata, edificata nella seconda metà del 1400 e situata al centro della piazza dell’abitato. A pianta rettangolare, presentava una facciata molto semplice con un portale in pietra arenaria ed elementi in stile rinascimentale, successivo all’epoca della costruzione della chiesa. Gran parte degli arredi sacri, delle pitture e degli affreschi di pregio presenti al suo interno, provenivano dalla Chiesa di Santa Maria de Spelonca.
Diverse opere erano attribuite a Bernardino Campilio da Spoleto, per anni erroneamente identificato in “Panfilo da Spoleto”.
Al suo interno, era custodita la bandiera da combattimento con stemma musulmano che fu strappata nella Battaglia di Lepanto ad una nave turca nel 1571 dagli spelongani.
Custodita in una teca di vetro, era posta a sinistra dell’altare maggiore realizzato nel 1631 in legno di noce intagliato con al centro una scultura in terracotta di Sebastiano Aquilano.
Ogni tre anni a Spelonga si svolgeva la “Festa Bella”, rievocazione storica e folkloristica della Battaglia di Lepanto combattuta nel 1571 e che i paesani ricordano con una festa per non dimenticare le indomite gesta. Gli spelongani, che poco o nulla avevano a che fare con il mare, parteciparono attivamente alla fornitura del legname, alla costruzione delle navi ed al conflitto, in quanto reclutati dalla Chiesa che aveva bisogno di uomini combattenti valorosi e forti da mandare in battaglia.
Definita anche come “l’ultima crociata” vide le forze cristiane guidate da Don Giovanni d’Austria con Marcantonio Colonna comandante dei pontefici, vincere dopo oltre 5 ore di interminabile guerriglia contro i musulmani capitanati da Mehemet Alì.
Gli spelongani riuscirono a strappare la bandiera posta sulla feluca turca e, in segno di vittoria, la portarono in patria come uno straordinario cimelio di partecipazione e di vittoria. Per poter comprendere meglio questo avvenimento, bisogna pensare che in questa battaglia persero la vita ben 40.000 soldati !!!
All’inizio del mese di Agosto, dopo un lungo suono di campane che chiama a raccolta tutto il paese, la popolazione saluta un gruppo di 148 uomini, tanti quanti furono gli spelongani che parteciparono alla Battaglia di Lepanto (come da carteggio custodito presso la Biblioteca Vaticana).
Oggi, dopo il terremoto, il sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci, commenta il recupero, nella chiesa di Sant’Agata a Spelonga: “Il vessillo è stato messo in salvo dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Ancona, insieme a vigili del fuoco, volontari e tecnici della Sovrintendenza“.
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