
Gesù, tramite la mistica Maria Valtorta: “Un padre desidera sempre di riunirsi ai suoi figli e con che gioia, finita l’educazione o il servizio militare, non li stringe al cuore! E farà diverso il buon Padre che avete nei cieli? No.
Quando vede che una creatura è adulta nello spirito, arde dal desiderio di prenderla con Sé, e se per pietà del popolo, lascia talora i suoi servi sulla terra acciò siano calamita e bussola agli altri, talora non resiste e si dà la gioia di mettere una nuova stella in Cielo con l’anima di un santo.
Sono due attrazioni e due aspirazioni venienti da un agente unico: l’Amore. L’anima, qua dove tu sei, attrae a sé Iddio, e Dio scende a trovare le sue delizie presso la creatura amante che vive di Lui. L’anima aspira di salire per essere in eterno e senza veli col suo Dio.
Dio, dal centro del suo ardore, attrae a Sé l’anima così come il sole attira la goccia di rugiada, e aspira di averla presso di Sé, gemma chiusa nel suo triplice fuoco che dà la Beatitudine.
Le braccia alzate dell’anima incontrano le braccia tese di Dio, Maria. E quando si toccano, si sfiorano velocemente, è l’estasi sulla terra; quando si stringono durevolmente è la Beatitudine senza fine del Cielo, del mio Cielo che ho creato per voi, miei diletti, e che mi darà un sovrabbondare di gioia quando sarà colmo di tutti i miei diletti.
Che eterna giornata di gioia immisurabile la nostra, di noi che ci amiamo: Noi, Iddio Uno e Trino; e voi, i figli di Dio!
Ma coloro che per sventura loro non hanno capito il mio Amore, non mi hanno dato il loro amore, non hanno capito che un’unica scienza è utile: quella dell’Amore, per quelli la morte è temenza. Hanno paura. Più paura ancora hanno se sentono di avere agito poco bene o male del tutto.
La bocca menzognera dell’uomo – perché raramente la bocca dell’uomo dice la verità così bella e benedetta, la verità che Io, Figlio di Dio e Parola del Padre, vi ho insegnato a dire sempre – la bocca menzognera dell’uomo dice, per ingannare e confortare se stesso ed ingannare gli altri: “Io ho agito e agisco bene”. Ma la coscienza, che sta come uno specchio a due facce sotto il vostro io e sotto l’occhio di Dio, accusa l’uomo di non avere agito e di non agire per nulla bene come proclama.
Quindi una grande paura li assilla: la paura del giudizio di Colui al quale i pensieri, gli atti, gli affetti dell’uomo, non sono occulti.
Ma se mi temete tanto come Giudice, o disgraziati, perché non evitate d’avermi a Giudice?
Perché non fate di Me il vostro Padre?
Ma se mi temete, perché non agite secondo i miei ordini?
Non mi sapete ascoltare quando vi parlo con voce di Padre che vi guida ora per ora, con mano d’amore?
Ma almeno ditemi quando vi parlo con voce di Re.
Sarà ubbidienza meno premiata, perché meno spontanea e dolce al mio Cuore. Ma sarà sempre ubbidienza. E perché allora non lo fate?
La morte non si evita. Beati quelli che verranno a quell’ora con veste d’amore incontro a Colui che giunge. Placida come il transito del mio padre della terra, che non conobbe sussulti perché fu un giusto che nulla aveva a rimprovero nella sua vita, sarà la morte di questi.
Gaudiosa come il sonno della Madre mia che chiuse gli occhi in terra su una visione d’amore, poiché d’amore fu tutta la sua vita che non conobbe peccato, e li riaprì in Cielo svegliandosi sul Cuore di Dio, sarà la fine degli amanti.
Sai, gioia mia, come sarà bello anche per te? Stamane, quando Io-Eucarestia venivo, tu hai avuto un sussulto di estasi perché mi hai visto darti Me stesso. Ma non è nulla quello. Un granellino di estasi gettato nel tuo cuore. Uno solo, per non incenerirti, perché lo hai sentito… hai creduto di morire nell’emozione.
Ma quando sarà il momento riverserò un fiume di gioia, perché non sarà più necessario mantenere la tua vita umana e andremo via insieme.
Coraggio, ancora un poco di dolore per amore del tuo Gesù e poi il tuo Gesù abolirà per te il dolore per darti Se stesso, completamente, Se stesso, gioia senza misura.»
Infatti questa mattina ho avuto una così viva impressione che sono stata lì lì per gridare. Perché si grida non solo di spavento o di dolore, ma anche per troppa gioia. Ho creduto che il cuore cedesse nella gioia ed io morissi così, con la particola ancora sulla lingua.
[Quaderni del 1943, 9 agosto, Ed. CEV]
Fonte
Divinavoluntas,net