Nella Chiesa latina, il ministro straordinario della comunione è un battezzato laico, uomo o donna, cui è affidato solo quando si presenti una reale necessità, dovuta alla carenza di presbiteri o altri ministri ordinati il servizio liturgico della distribuzione della comunione eucaristica:
durante la messa, in caso di assemblee particolarmente numerose oppure di impossibilità del presbitero che presiede, per malattia o difficoltà di deambulazione;
fuori dalla messa, agli ammalati, in casa o in ospedale, che siano impossibilitati a recarsi in chiesa.
Il mandato ai ministri straordinari è conferito dal parroco, o talvolta dal cappellano ospedaliero, con l’autorizzazione del vescovo diocesano, per un periodo di tempo determinato (di solito tre anni), rinnovabile anche più volte.
Questo ministro, inoltre, sempre in assenza di altri ministri ordinati oppure di accoliti, può esporre il Santissimo Sacramento alla pubblica adorazione secondo le norme della chiesa locale, senza però impartire la benedizione eucaristica.
Il mandato di distribuire la comunione affidato ad un laico rimane un ministero straordinario, poiché gli unici ministri ordinari della distribuzione della comunione sono il vescovo, i presbiteri e i diaconi (mentre i ministri della presidenza della liturgia eucaristica sono soltanto il vescovo e i presbiteri). Per questa ragione, è solo in assenza o in caso di impossibilità fisica dei ministri ordinati che il ministro straordinario assume la propria funzione.
Patrono dei ministri straordinari della comunione è san Tarcisio, un giovane cristiano del II secolo, che – secondo il Martirologio Romano – portava la comunione ai cristiani in carcere e sarebbe stato martirizzato mentre stava esercitando questo suo servizio. wikipedia
Cosa accadrebbe se un ministro della comunione si confermasse essere di carattere irascibile, quindi in antitesi alla umile carità cristiana ? La formazione che dicasi adeguata comprende anche test psicologici sui fedeli che dovranno fare i ministri straordinari della sacra comunione ?
Le selezioni, eseguite dai presbiteri diocesani tra i fedeli, hanno la certezza di una necessità nel avere ministri straordinari della Sacra Comunione in una parrocchia X o Y, ma se essi ravvisano l’antitesi alla vera testimonianza di chi distribuisce il Corpo di Cristo, negando, con la propria vita, ciò che confessa in teoria, sono responsabili poi del loro comportamento verso i fedeli.
Quando si verifica l’oggettiva necessità di una supplenza, si deve far sì che la persona sia di sana dottrina e abbia una condotta di vita esemplare.
Non possono essere ammessi all’esercizio di questi compiti quei cattolici che non conducono una vita degna, non godono di buona reputazione o si trovano in situazioni familiari non coerenti con l’insegnamento morale della Chiesa.
Peraltro i ministri straordinari della Comunione non sono autorizzati a esporre o riporre il Santissimo Sacramento, cosa che invece, in alcune chiese avviene regolarmente.
Altresì dopo aver distribuito la Comunione, i ministri straordinari consegnano il calice al sacerdote o al diacono, o lo lasciano sull’altare sopra il corporale. Ciascuno fa una genuflessione e va a lavarsi le dita con acqua prima di tornare al suo posto nell’assemblea. Non purificano gli oggetti sacri.
Per quanto sopra si ringrazia Wikipedia e Aleteia.