
La preghiera è comunicazione, allora deve essere fatta di parole. Ma quali parole usare con Dio? Questa domanda è stata rivolta a Santa Teresa di Lisieux alcuni giorni prima di morire.
La sorella Celina le chiese così: “cosa dici Teresa a Gesù quando preghi ? “ E lei rispose: “io non gli dico niente, io lo amo!”.
Il linguaggio della preghiera è il linguaggio dell’amore. E l’amore ha un cammino preciso da fare, che va dalle parole al silenzio.
Si diceva di S. Francesco: “Non tam orans, quam oratio factus”. Non era più lui che pregava, ma lui stesso era diventato preghiera vivente.
E’ lo Spirito Santo a pregare in noi (Rom. 8.15). E allora noi cosa facciamo?
Noi collaboriamo alla preghiera.
Il nostro è un tentativo di agganciarci alla vera preghiera, un tentativo di sintonizzarci sulla frequenza dello Spirito Santo.
Ed è per questo che nella preghiera è indispensabile l’ascolto.
L’ascolto del cuore, l’ascolto della Parola di Dio, l’ascolto del silenzio.
Si prega Dio, non c’è dubbio.
Ma il Dio dei cristiani è la Trinità.
Si prega quindi il Padre, per mezzo del Figlio nello Spirito Santo.
Ed è per questo che la preghiera più importante è il Padre Nostro, perché è rivolta al Padre, ci è stata insegnata dal Figlio e si comprende solo con lo Spirito di Dio.
Ma allora la preghiera ai santi ?
Pregando con Cristo, siamo uniti con tutti coloro che sono le sue membra.
Questo ci fa comprendere che la preghiera non agisce mai da sola, ma sempre assieme agli altri.
Insieme si va in Paradiso, da soli si va all’inferno.