
L’ accordo provvisorio segreto, originariamente firmato nel 2018 e rinnovato il 2 ottobre 2022, consente a Pechino di avere voce in capitolo nella nomina dei vescovi nella chiesa ufficialmente riconosciuta.
I funzionari cattolici sperano che l’accordo aiuti a riconciliare la chiesa approvata dal governo e la comunità cattolica, nota come chiesa sotterranea, guidata da sacerdoti sanzionati dal Vaticano.
La scorsa settimana alcuni membri della Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale, una commissione federale bipartisan indipendente incaricata di riferire al Congresso e all’amministrazione sullo stato della libertà religiosa nel mondo, si sono espressi contro l’accordo, sostenendo che ha peggiorato la situazione per i cristiani in Cina.
In tutto questo c’è la situazione preoccupante sul cardinale Joseph Zen, 90 anni, di Hong Kong, arrestato insieme ad altri cinque, dalle autorità cinesi, a maggio 2022, per un errore burocratico in un fondo umanitario in quanto visto come un pericolo per la sicurezza nazionale cinese.
Il Cardinale Zen è un sostenitore della libertà religiosa in Cina ed è critico sull’accordo vaticano-pechino.
Il Cardinale Zen è stato un forte sostenitore della democrazia nel 2020, in occasione delle proteste contro le leggi cinesi sulla sicurezza nazionale, in quanto limitano il diritto di riunione.
Intanto il processo al Cardinale Zen è ripreso il 27 ottobre, pochi giorni dopo il rinnovo dell’accordo Vaticano-Cina.