
I Gen-Z, nati in un mondo saturo di tecnologia scosso dal terrorismo interno, dalla devastazione ecologica e dall’instabilità economica, hanno maggiori probabilità di segnalare problemi di salute mentale come ansia e depressione rispetto alle generazioni precedenti.
In molti modi, la pandemia ha portato alla ribalta il discorso sulla salute mentale, spingendo gli esperti di psicanalisi nel studiare la salute mentale dei giovani.
Un nuovo studio sui ragazzi di 13-25 anni, dello Springtide Research Institute, suggerisce che la spiritualità potrebbe essere parte del rimedio, sebbene per alcuni giovani contribuisca anche al problema in quanto riscontrano ipocrisia nelle chiese.
Il rapporto, che si basa su interviste qualitative e sondaggi sul campo, rileva che avere credenze, identità, pratiche e comunità religiose/spirituali sono tutte correlate ad uno scarso benessere mentale tra i giovani.
La maggioranza di quei giovani (57%) atei considera quelli religiosi degli sfigati, coloro che si aggrappano a qualcosa di inesistente, falso e poco credibile.
La restante percentuale dei giovani religiosi ritiene che atei, agnostici, e coloro seguono altre religioni, culti e spiritualità, sono immersi in un pantano infernale, ove – le loro menti sguazzano in una melma putrida e fetida – (riportiamo quanto riferito).
Nelle interviste, i partecipanti hanno anche parlato di come la religione può avere un impatto negativo sulla loro salute mentale.
Le persone (Y) giovani chiariscono che la religione è tossica quando viene presentata principalmente come una pressione per essere all’altezza delle aspettative difficili, piuttosto che come un veicolo per aiutarli a superare le difficoltà attuali.
Molti di coloro partecipano alle funzioni religiose, ritengono però che una gran parte dei preti cattolici (anche di altri culti cristiani) di oggi sono dei millantatori misogini, la cui loro pratica spirituale ha l’obiettivo di raccattare denaro e non quello di sollevare le anime dalla pesantezza attuale del presente e del futuro.
Quanti, invece, non pregano o seguono altri culti e spiritualità, ritiene che sin quando non entra il denaro in mezzo al loro cammino, salvo le donazioni spontanee, allora si sentono ben equilibrati.
Il rapporto riconosce che i giovani non si accalcano nelle istituzioni religiose. Invece, molti hanno un approccio più fluido alla spiritualità: il 62% dei giovani concorda sul fatto che “ci sono parti di molte religioni/spiritualità con cui non sono d’accordo”, secondo il rapporto, e il 48% concorda sul fatto che potrebbero “adattarsi a molte religioni/spiritualità”.
“Una delle cose che è cambiata nella nostra società negli ultimi 50 anni è il livello di fiducia delle persone nelle istituzioni di ogni tipo, non solo nelle istituzioni religiose.
I risultati del rapporto provengono da un sondaggio su quasi 10.000 giovani negli Stati Uniti di età compresa tra 13 e 25 anni condotto tra novembre 2021 e marzo 2022 e contengono un margine di errore di più o meno il 3%. Il rapporto include anche dati qualitativi provenienti da interviste a oltre 100 giovani.