Celestino II, nato Guido Guelfucci o Guido Ghefucci (Città di Castello, … – Roma, 8 marzo 1144), fu il 165º papa della Chiesa cattolica dal 26 settembre 1143 alla morte. Nativo di Città di Castello e di origini nobili, Guido Ghefucci aveva studiato presso Pietro Abelardo, il teologo e filosofo che successivamente sviluppò teorie eretiche e che insegnava a Parigi, maestro tra l’altro, di Arnaldo da Brescia, dalle idee del quale Guido si distaccò progressivamente. Ebbe fama di grande cultore e buon sacerdote, oltre che di pacificatore tra la corrente più tradizionalista della Chiesa e quella più innovatrice, rappresentata proprio da Pietro Abelardo e Arnaldo da Brescia. Fu fatto cardinale prete nel 1128 del titolo di san Matteo da papa Innocenzo II. Nel 1140 fu inviato sempre da Innocenzo come legato in Francia dove egli subì il disappunto di Bernardo di Chiaravalle per aver difeso Arnaldo da Brescia, durante il concilio di Lens indetto proprio per valutare le dottrine tendenzialmente eretiche di Arnaldo e di Abelardo; durante il concilio si giunse comunque alla condanna dei due eretici, i quali, oltre al richiamo alla povertà del clero, in tal senso analogamente a S. Bernardo, si battevano pure contro il potere temporale della Chiesa. Nel 1143 Guido Ghefucci fu legato pontificio in Boemia e Moravia, e qui accolse Arnaldo da Brescia che era partito dalla Svizzera, dove si era recato dopo l’espulsione dalla Francia. In Boemia e Moravia diede protezione ad Arnaldo e conobbe il famoso abate svizzero Gerhoh di Reichersberg, noto per la sua integrità morale ed amico dello stesso Arnaldo. Il 26 settembre 1143 fu eletto papa col nome di Celestino in omaggio a san Celestino papa, due giorni dopo la morte di Innocenzo II, nel pieno della fase rivoltosa della cittadinanza che avrebbe portato ad una sorta di repubblica romana. Tale rivolta, ispiratasi anche alle autonomie comunali conquistate dalle città del nord, aveva esautorato il pontefice dai poteri temporali, conferendoli al Senato Romano; essa esprimeva soprattutto il malcontento della borghesia e della piccola nobiltà, contrapposta alla ricca nobiltà romana e al papa. Guido Ghefucci da Città di Castello fu consacrato il 3 ottobre, seguito soltanto dall’alta nobiltà romana, in una funzione divenuta esclusivamente a carattere religioso. Il suo breve pontificato, di circa cinque mesi, passò in secondo piano rispetto agli eventi politici che stavano avvenendo intorno a lui.
L’atto più importante nel suo pontificato fu la rimozione dell’interdizione su tutta la Francia che il suo predecessore aveva lanciato perché Luigi VII di Francia si era opposto al suo candidato all’elezione per l’arcivescovato di Bourges; la rimozione dell’interdizione, dopo tre anni, fu facilitata dall’espressa richiesta dello stesso Luigi VII pentito e a sua volta consigliato in tal senso dal grande S. Bernardo di Chiaravalle.
Celestino II, alla vigilia di un vero e proprio conflitto con Ruggero II di Sicilia per questioni territoriali, morì l’8 marzo 1144 nel monastero di S. Gregorio al Palatino sotto la protezione della famiglia Frangipane rimasta fedele al papa; in questo monastero vicino al Palatino dove avevano la loro sede principale i Frangipane, risiedette il Papa e alcuni dei suoi successori durante gli anni della rivolta comunale, tenendosi più riparati da un eventuale aggressione dei rivoltosi. Venne sepolto in Laterano.
Alla famiglia Frangipane aveva concesso poco prima, in feudo, la città costiera di Terracina.
I suoi concittadini di Città di Castello ricordano il dono che Celestino II inviò loro e che consiste in un “paliotto” o pala d’altare in argento, oggi conservato nel Museo del Capitolo del Duomo di Città di Castello, mentre non si ha più traccia della sua preziosa biblioteca personale, donata al capitolo dei canonici della Cattedrale di Città di Castello tramite testamento.
Va ricordato, infine, che con questo papa ha inizio la celebre Profezia di Malachia, l’arcivescovo irlandese di Armagh, morto nel 1148.
Fonte: Wikipedia