
Un primo segnale del rinnovato interesse di alcune cancellerie per l’attività diplomatica della Santa Sede nell’Europa orientale, è venuto dal Capo di Stato francese. Il 24 ottobre 2022 Emmanuel Macron è stato ricevuto – per la terza volta dalla sua elezione nel 2017 – dal Sommo Pontefice.
L’occasione per il Presidente della Repubblica francese di chiedere al capo della Chiesa cattolica di raddoppiare i suoi sforzi a favore della pace in Ucraina.
E per una buona ragione: papa Francesco, nonostante abbia condannato l’intervento militare della Federazione Russa ed i bombardamenti sul suolo ucraino, ha relativamente risparmiato il capo del Cremlino, facilitando una possibile finestra diplomatica per un cessate il fuoco.
Il giorno dopo la dichiarazione del capo di Stato francese, un altro segnale è stato lanciato dall’addetto stampa del Cremlino, che ha fatto sapere che Vladimir Putin non si sarebbe opposto alla mediazione del Vaticano.
Poco dopo, la Segreteria di Stato della Santa Sede ha accolto con favore l’apertura di Mosca in un’intervista ai media italiani.
Il gioco degli scacchi continua e la situazione sembra voler riportare un certo numero di cancellerie occidentali a un maggiore pragmatismo. Una cosa resta certa: la diplomazia vaticana è ben lungi dall’aver detto l’ultima parola.
Fonte