
L’assenza di San Tommaso nell’apparizione di Cristo risorto (Gv 20:24) è interpretata come quella comunità che non è presente in taluni momenti, si fa i fatti propri, anche se partecipa, sostiene quando può, ma è anche scettica su quanto viene riferito da altri fratelli più assidui, ogni volta c’è una situazione non chiara.
In alcune parrocchie italiane di oggi ci sono presbiteri che lamentano l’assenza dei fedeli, ma bisognerebbe partire nel fare un’analisi sulle cause e le conseguenze, scoprendo che ci sono mancanze spesso attribuibili ad una gestione maldestra spirituale ed anche nelle risorse economiche.
Prendiamo ad esempio la presenza di accoliti i quali vengono ingaggiati al fine di poterli usare al vantaggio di burocrazia e poca spiritualità, obbligati nel fare, altrimenti vengono redarguiti e poi emarginati da quei fratelli e sorelle di cui si sono fidati e confidati.
Alcuni di questi si sono riuniti in un comitato dei diritti calpestati, secondo loro, ed hanno fatto sentire la voce per tramite canali specifici, arrivando quel rumorio sul tavolo preposto del vaticano.
In conseguenza di ciò ed anche di altro sembra esiste una lista nera, una sorta di mappatura con segnalazioni da parte dei parrocchiani che, indispettiti, segnalano la propria comunità.
Abbiamo cercato e indagato per capire dove trovare la lista, ma sul web nulla.
Intanto sappiamo che quelle parrocchie le identificano in mungificio, ove si fa proselitismo di mammona con lo sterco del denaro, per far ciò che serve ai presbiteri di turno, ma ben poco per le anime dei fedeli bisognosi di quel cenacolo ove Gesù è presente sempre, povero fra gli umili.
Nel contempo la conseguenza della insofferenza è l’inizio dell’assenza di un certo numero di individui nella comunità, si potrebbe dire coloro sono stanchi di ascoltare proclami a fine di ogni santa messa e non soltanto, ben lontani dalle opportunità di incontri, preghiere comunitarie e spirituali.
Gli fanno eco la stanchezza spirituale anche di quei diligenti presbiteri che, immersi nella burocrazia quotidiana, arrivano a dover accumulare ore di preghiera personale, peraltro obbligatoria a differenza dei laici che possono soprassedere ad esempio alle lodi, l’angelus, il santo rosario od officiare la santa messa tutti i giorni.
Probabilmente, o per meglio dire, certamente, se ci fosse meno occupazione burocratica durante la quotidianità del presbitero diaconale, egli avrebbe forse più spazio da dedicare alle anime che rimangono sole al loro destino, dubbiose, intimorite, impaurite da un mondo che trita tutto e lascia il nulla in mano.
Quindi i dubbi che affiorano in ogni individuo della comunità sono soprattutto nel sentirsi mucca da mungere, ove con proclami martellanti diventano oggetti da usare, invitati nel fare di più e meglio, poiché altrimenti, se inadempienti, non si dimostra essere figli del Signore.
I problemi quotidiani burocratici di una parrocchia, non sempre sono causati dal presbitero attento e diligente, ma dal tutto che avvolge e coinvolge, contorno compreso.
Purtroppo quei pochi dissenzienti fedeli sono diventati in molti ove c’è il sentore di essere in una associazione, piuttosto che in una comunità cristiana ove devono pagare una quota e dare continui sostegni, a fronte di preghiere lasciate a un Dio come se fosse una macchinetta a gettoni.
Di certo c’è che, a differenza della Germania, ove la diocesi nazionale ha obbligato annualmente i fedeli a versare una percentuale in base al reddito, pena la scomunica, quindi di conseguenza è avvenuto un alto tasso di sbattezzati, qui in italia probabilmente una simile imposizione avrebbe un effetto di ateismo o forse un cambio di religione.
Diciamo la goccia che traboccherebbe il vaso…una apoteosi di gioia per gli agnostici che anelano da anni una debacle del cattolicesimo secondo molti di loro intervistati, fuffa mista a truffa.
Il fatto sopra riportato è che i fedeli non credono più a quei nutrimenti fraterni con feste varie, quando poi avvengono fatti molto gravi di persone che hanno visto le loro donazioni in denaro dileguarsi nel nulla, dalla cassetta alla tasca del sacrista o del presbitero e se fatto notare c’è chi ha risposto, il tuo occhio venga cavato per aver visto con un cuore malevole perché le offerte sono di tre tipi.
È evidente trattasi di maldestri truffatori ai danni della comunità parrocchiale, peraltro sarebbe opportuno denunciarli anche per minacce. Ma lasciamo a chi è preposto nel far ciò che deve.
Ed a proposito di comportamenti ostili, assurdi e diciamo anche grotteschi, alcuni da attenzionare perché spiacevoli nell’ambito spirituale, in particolare nelle catechesi dei giovani, ove arrivano numerose segnalazioni di catechisti/e il cui percorso cattolico pone dubbi e da qui la richiesta alla santa sede nel avere una qualifica specifica, come una laurea in pedagogia ed esami appropriati di teologia.
La medesima sensazione ch’è certezza del dubbio, prova inconfutabile, che alcuni di essi (secondo le diverse segnalazioni) hanno una doppia personalità; urge quindi esami di commissione specifica, soprattutto psicologica, affinché il/la catechista risulti effettivamente idoneo/a a quel specifico ruolo.
D’altronde dicono alcuni utenti sembra addirittura aver visto ‘limonare’ giovani catechisti in chiesa durante celebrazioni liturgiche, cosa inaudita se risultasse veritiera e verificata.
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