
Il termine gnosticismo deriva dalla parola greca gnósis (γνῶσις), cioè «conoscenza», che era l’obiettivo si poneva. Il termine gnosticismo venne coniato da Henry More nel 1669, con esplicito riferimento al vocabolo greco «gnosi» utilizzato nell’antichità dai seguaci del movimento.
Anche se parrebbe collocarsi principalmente in un contesto cristiano, in passato alcuni studiosi ritennero che lo gnosticismo precedesse il cristianesimo.
Lo gnosticismo includeva credenze religiose pre-cristiane e pratiche spirituali comuni alle origini del cristianesimo, al neoplatonismo, all’ebraismo del Secondo Tempio, alle religioni misteriche e allo zoroastrismo (specialmente per ciò che riguarda lo zurvanismo).
La discussione sullo gnosticismo è cambiata radicalmente con la scoperta dei Codici di Nag Hammadi, che condussero gli studiosi a una revisione delle precedenti ipotesi.
Quando Ciro il Grande entrò a Babilonia nel 539 a.C., si incontrarono due grandi scuole di pensiero, quella mesopotamica e quella iraniana, e iniziò una fase di sincretismo religioso.
L’idea della lotta titanica tra bene e male, che pervade l’universo in eterno, è l’idea da cui deriva lo zoroastrismo, o dualismo iraniano.
Questo, e l’immaginata esistenza di innumerevoli spiriti intermedi, angeli e demoni, fu la spinta che fece superare le idee del sumero-accadismo.
D’altra parte la fiducia incrollabile di tale substrato culturale nell’astrologia e la convinzione che il sistema planetario abbia un’influenza totale sugli affari di questo mondo si sviluppò proprio tra i caldei.
Lo “gnosticismo” in senso stretto si sviluppò pienamente nel II secolo d.C., periodo in cui operarono i principali maestri delle varie scuole. Esso ebbe come centri di maggiore fioritura soprattutto Alessandria d’Egitto e Roma. Un particolare impulso ebbe, negli ultimi secoli, in Siria e in Egitto, grazie alla sua diffusione in ambienti monastici, attraverso varie correnti ascetiche.
Una delle conclusioni che si ricavano da Sant’Ireneo di Lione, dove per la prima volta appare il termine “gnostico”, è che esistono tanti tipi di gnosticismo quante le persone che lo proclamano con una certa autorità.
Lo “gnosticismo” in senso stretto si sviluppò pienamente nel II secolo d.C., periodo in cui operarono i principali maestri delle varie scuole.
Esso ebbe come centri di maggiore fioritura soprattutto Alessandria d’Egitto e Roma. Un particolare impulso ebbe, negli ultimi secoli, in Siria e in Egitto, grazie alla sua diffusione in ambienti monastici, attraverso varie correnti ascetiche.
Lo gnosticismo, comunque, ebbe i suoi rappresentanti più noti nei primi secoli dopo Cristo, con prominenti insegnanti come Marcione, Valentino e Basilide. Altri gnostici noti furono Cerinto, Carpocrate e Simone Mago con tutta la sua scuola.
Anche quando la corrente principale e centralizzata della Chiesa di Roma divenne il corpo cristiano ufficiale e dominante e iniziò a sopprimere le correnti cristiane alternative e il paganesimo, lo gnosticismo non svanì senza lasciare traccia, anche se sant’Ireneo di Lione, Tertulliano e san Giustino rimasero le uniche fonti di conoscenza fino al 1945, anno in cui furono scoperte, nei pressi del villaggio di al-Qasr in Egitto, quarantaquattro opere gnostiche.
Una delle conclusioni che si ricavano da Sant’Ireneo di Lione, dove per la prima volta appare il termine “gnostico”, è che esistono tanti tipi di gnosticismo quante le persone che lo proclamano con una certa autorità.