La vita ordinaria di Cristo è un mistero sino al momento della sua effettiva rivelazione pubblica, salvo quella del tempio a dodici anni. Poi, non compaiono nei Vangeli molte cose che interessano la curiosità umana a riguardo di Gesù. Quasi niente vi si dice della sua vita a Nazaret, e anche di una notevole parte della sua vita pubblica non si fa parola. 184 Ciò che è contenuto nei Vangeli è stato scritto « perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome » (Gv 20,31).
Il ritrovamento di Gesù nel Tempio 248 è il solo avvenimento che rompe il silenzio dei Vangeli sugli anni nascosti di Gesù. Gesù vi lascia intravvedere il mistero della sua totale consacrazione a una missione che deriva dalla sua filiazione divina: « Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? ». Maria e Giuseppe « non compresero » queste parole, ma le accolsero nella fede, e Maria « serbava tutte queste cose nel suo cuore » nel corso degli anni in cui Gesù rimase nascosto nel silenzio di una vita ordinaria.
Durante la maggior parte della sua vita, Gesù ha condiviso la condizione della stragrande maggioranza degli uomini: un’esistenza quotidiana senza apparente grandezza, vita di lavoro manuale, vita religiosa giudaica sottomessa alla Legge di Dio, 244 vita nella comunità. Riguardo a tutto questo periodo ci è rivelato che Gesù era sottomesso 245 ai suoi genitori e che « cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini » (Lc 2,52).
Nella sottomissione di Gesù a sua Madre e al suo padre legale si realizza l’osservanza perfetta del quarto comandamento. Tale sottomissione è l’immagine nel tempo dell’obbedienza filiale al suo Padre celeste. La quotidiana sottomissione di Gesù a Giuseppe e a Maria annunziava e anticipava la sottomissione del Giovedì Santo: « Non […] la mia volontà… » (Lc 22,42). L’obbedienza di Cristo nel quotidiano della vita nascosta inaugurava già l’opera di restaurazione di ciò che la disobbedienza di Adamo aveva distrutto.
La vita nascosta di Nazaret permette ad ogni uomo di essere in comunione con Gesù nelle vie più ordinarie della vita quotidiana:
« Nazaret è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. […] In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile e indispensabile dello spirito […]. Essa ci insegna il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro e inviolabile […]. Infine impariamo una lezione di lavoro. Oh! dimora di Nazaret, casa del « Figlio del falegname »! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo, ma redentrice della fatica umana […]. Infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello ».
[Tratto dal Catechismo della Chiesa Cattolica – 514 – 534 – 531 -532 – 533]