Nella Scrittura le espressioni come: “Santo è il Signore” (Is 6:3), “Dio misericordioso e pietoso” (Es 34:6), gli aggettivi riferiti a Dio sono al maschile. Che Dio sia però asessuato è nella Scrittura una verità evidente ed è detto chiaramente che “Dio non è un uomo” (Nm 23:19; cfr. 1Sam 15:29, Gb 9:32).
La sua descrizione al maschile è semplicemente un modo comune di parlare. Così avviene nella nostra stessa lingua.
Uno dei titoli più antichi di Dio è El shadày (אֵל שַׁדַּי), nome con cui fu conosciuto dai patriarchi (Es 6:3).
La traduzione consueta che si fa di tale titolo è “Dio onnipotente”. Siamo così sicuri che questa traduzione, data per scontata, sia quella giusta?
Il Dizionario di ebraico e aramaico biblici non ne dà una traduzione, ma lo classifica semplicemente come un termine di teologia biblica. In ebraico שַׁד (shad) significa “mammella”. Recentemente si è collegato shadày con la radice semitica tdy che significa “petto”. Si noti l’immagine che ne deriva: petto-mammella.
Nel linguaggio concreto ebraico questo attributo femminile viene fatto proprio da Dio. Ciò spiegherebbe anche come Israele sia stata sensibile al culto della dea cananea della fertilità Asheràh, dea rappresentata con le mammelle.
La dea Asheràh è menzionata in diversi passi biblici, come in 2Re 13:6, che TNM scambia per un palo sacro: “A Samaria rimase in piedi anche lo stesso palo sacro [אֲשֵׁרָה (asheràh)]”. Qui si parla dell’idolo che rappresentava la dea. – Cfr. Gdc 6:25,26; 1Re 15:13;18: 9; 2Re 21:7;23:6; 2Cron 15:16.
La parola “spirito” è spesso usata nella Scrittura in riferimento a Dio. Gv 4:24 afferma che “Dio è Spirito”. In ebraico la parola “spirito” è רוּחַ (rùakh). Questa parola è usata dalla Bibbia per indicare la forza attiva o energia spirituale di Dio. Ebbene, רוּחַ (rùakh) è femminile.
Dio realizzò la sua creazione per mezzo della sua rùakh (רוּחַ) che aleggiava sulla superficie delle acque (Gn 1:2). Sl 33:6 dice che Dio creò mediante la sua parola e la sua rùakh (רוּחַ). Egli diede inizio alla vita come una madre.
Proprio con il mondo femminile vengono collegati alcuni attributi di Dio. Abbiamo citato all’inizio Es 34:6 che parla di “Dio misericordioso e pietoso”. Ebbene, nel testo ebraico ciò suona רַחוּם וְחַנּוּן (rakhùm vekhanùn), letteralmente “pietoso e grazioso”, già di per sé caratteristiche femminili. Comunque, i due termini rakhùm e khanùn derivano da rèkhem (רחם), “seno materno”. Come una madre, Dio s’intenerisce profondamente come solo una madre sa fare.
Questa tenerezza materna e questa piena partecipazione tutta femminile appare in diversi riferimenti, come in Os 11:1-4:
“Quando Israele era un ragazzo io l’ho amato e l’ho chiamato a uscire dall’Egitto perché era mio figlio. In seguito, più chiamavo gli israeliti, più essi si allontanavano da me . . . Io ho insegnato a Efraim a camminare. Ho tenuto il mio popolo tra le mie braccia, ma non ha capito che mi prendevo cura di lui. L’ho attirato a me con affetto e amore. Sono stata per lui come chi solleva il suo bambino alla guancia. Mi sono abbassata fino a lui per imboccarlo”. – Dia.
C’è nella Bibbia un volto maschile ma anche un volto femminile di Dio. L’essere umano stesso, composto da maschio e femmina, è a immagine di Dio: “Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina”. – Gn 1:27.
Dopo aver considerato l’immagine femminile di Dio, forse qualcuno, riferendosi a Dio, potrà dire, come Giobbe: “Ti conoscevo solo per sentito dire”. – Gb 42:5.
La teologia degli attributi e della natura di Dio è stata discussa dagli inizi del cristianesimo, con Ireneo che scrive nel II secolo: “La Sua grandezza non manca di nulla, ma contiene tutte le cose”.
Nell’VIII secolo, Giovanni Damasceno elencava diciotto attributi che rimangono tuttora in gran parte accettati.
Gradualmente i teologi svilupparono liste sistematiche di tali attributi, alcuni basati su asserzioni bibliche (per esempio, il Padre nostro, che afferma che il Padre è nei Cieli), altri fondati su ragionamenti teologici.
Il Regno di Dio è una frase di rilievo nel Vangeli sinottici e, mentre vi è un accordo quasi unanime tra gli studiosi neotestamentari che esso rappresenta un elemento chiave degli insegnamenti di Gesù, c’è poco accordo sulla sua esatta interpretazione.
John Hick sostiene che, quando si elencano gli attributi di Dio, il punto di partenza dovrebbe essere la Sua autoesistenza (“aseità”) che implichi la Sua natura eterna e incondizionata. Hick continua esaminando i seguenti attributi addizionali: Creatore being the source of all that composes his creation (“creatio ex nihilo”) and the sustainer of what he has brought into being; Personale; Amorevole, Buono e Santo.
Anche Berkhof inizia con autoesistenza, ma prosegue con immutabilità; infinità, che implica perfezione eternità e onnipresenza; unità. Quindi analizza una serie di attributi intellettuali: conoscenza-onniscienza; sapienza; veracità e poi gli attributi morali di bontà (inclusi amore, grazia, misericordia e pazienza); santità e giustizia prima di considerare per ultima la Sua sovranità.
La maternità di Dio, secondo la chiesa cattolica, è da ritenersi solo a livello spirituale. Infatti, una corrente di pensiero all’interno della Chiesa cattolica ritiene che i riferimenti biblici in cui Dio viene chiamato padre non sono da intendere in senso stretto, ma permettono di riconoscere in Dio entrambe le figure parentali.
«Maschile e femminile sono «creazioni»
di un Creatore che ne è al di là,
poiché in Lui ogni realtà convive,
in una sintesi totale e suprema.»
Dio è più che solo padre e madre. Analizzando il Salmo 27,10:
«Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto.»
Il biblista Gianfranco Ravasi in un articolo pubblicato nella rivista “Tertium Millennium” (Feb.1999) commentò che:
«L’orante intuisce che gli stessi archetipi universali dell’amore, quelli paterni e materni, sono superati dall’amore infinito di Dio. Infatti, non si dichiara semplicemente la paternità o la maternità di Dio, ma si proclama la superiorità divina rispetto a questi due legami fondamentali.»
Già nel Medioevo, la mistica inglese Giuliana di Norwich aveva scritto: «com’è vero che Dio è nostro Padre, così è vero che Dio è nostra Madre.» (Rivelazioni, cap. 59).
Fonti
Gianni Montefameglio, tratto da Momenti – Cielo Segreto
https://it.wikipedia.org/wiki/Dio
https://it.wikipedia.org/wiki/Maternit%C3%A0_di_Dio