L’itinerarium Burdigalense è il primo documento di Pellegrinaggio cristiano in Terra santa che possediamo. È stato redatto da un abitante di Bordeaux (all’epoca la città gallo-romana di Burdigala).
Questo documento è più dettagliato rispetto agli altri itinerari in quanto descrive anche le singole mutationes (stazioni di servizio) incontrate lungo il percorso. Così, grazie a questo itinerario, è stato possibile ritrovare le tracce di alcuni luoghi di sosta situati in prossimità delle strade romane. Per esempio, la mutatio Vanesia[1]che è stata individuata recentemente e che ha dato luogo a degli scavi.
Tutte le tappe del percorso lungo le strade romane fino alla Terra santa sono intervallate solo da qualche osservazione. Queste tappe sono suddivise, principalmente, in mutatio, mansio (luoghi di sosta) e civitas (città o territori).
Al giorno d’oggi, si conoscono solo tre manoscritti dell’Itinerarium Burdigalense: il loro titolo completo è Itinerarium a Burdigala Hierusalem usque; et ab Heraclea per Alaunem et per urbe Romam Mediolanum usque sic, la cui traduzione è Itinerario da Burdigala (Bordeaux) a Hierusalem (Gerusalemme) et da Heraclea (Marmara Ereğlisi), per Aulon (Valona) e per la città di Roma, a Mediolanum (Milano).
Il primo di questi manoscritti si trova alla Biblioteca capitolare di Verona, il secondo alla Biblioteca dell’Abbazia di San Gallo e il terzo alla Bibliothèque nationale de France.
Il manoscritto di Verona non è consultabile online. Un frammento del manoscritto conservato all’abbazia di San Gallo della alla prima metà del IX secolo è consultabile. Il terzo manoscritto è interamente accessibile online sul sito della BNF Gallica. Esso si trova alla pagina 66r di un’opera contenente diversi itinerari. Oltre a questo manoscritto, più di un centinaio di documenti riguardanti questo pellegrinaggio sono consultabili online sullo stesso sito.
Questi manoscritti sono il risultato della copia di un documento antecedente e, successivamente, sono state realizzate molte edizioni a stampa tra cui si segnalano un esemplare del 1864 tratto dal manoscritto di Verona, consultabile presso la Bibliothèque Nationale de France e un’opera di Gustav Parthey e Morito Pinder del 1848.
Oltre agli errori iniziali dei monaci amanuensi, se ne sono aggiunti altri nei successivi documenti a stampa. Fu così che una tappa venne aggiunta dopo Mediolanum, Fluvio Frigido, che si trova invece in Slovenia, come l’omonimo fiume e la celebre Battaglia del Frigido. Allo stesso modo, i nomi, le distanze e le intestazioni dei tratti stradali possono divergere in base alle pergamene e alle copie successive.
Il percorso di andata, come indicato dal titolo del documento, descrive l’itinerario da Bordeaux fino a Gerusalemme, con tutte le relative tappe. Invece, per il viaggio di ritorno si descrivono solo i tratti che differiscono dall’andata: da Istanbul (in realtà Marmaraereğlisi) a Milano attraversando la Penisola balcanica per poi risalire la Penisola italiana passando per Roma.
Ogni tratto del percorso è accompagnato da un riepilogo che tiene conto della distanza totale e del numero di tappe e di collegamenti. Le estremità dei tratti sono sistematicamente dei luoghi caratteristici della cristianità di quell’epoca.
In più occasioni l’itinerario redatto dal pellegrino non è tra i più corti; infatti ha fatto delle deviazioni per passare in alcuni luoghi dove vi erano evidenti tracce di cristianesimo. È il caso, per esempio, di Arles e Valenza per quanto riguarda l’inizio del percorso. In effetti, l’espansione del cristianesimo nel IV secolo era solo parziale. Queste deviazioni erano dovute alla presenza di una diocesi e di alcuni vescovi rinomati.
La descrizione dalla Città santa a Gerusalemme è molto utile. In particolare le informazioni sul Monte del Tempio sono tra le più preziose, come quelle sulla lapis pertusus (roccia forata) dove gli Ebrei si recano a piangere una volta all’anno. Si tratta inoltre della prima menzione della grotta sulla quale sarà costruita la Cupola della Roccia.
Il Cursus publicus
L’anonimo di Bordeaux ha descritto tutte le tappe del suo percorso. Ha distinto le stazioni essenzialmente in due categorie: le mutationes e le mansiones. Quest’ultime potevano essere rimpiazzate dalle città (civitas), dai castelli o dalle fortezze (castellum), omesse come in Ad Pirum, oppure dai villaggi (vicus). Si tratta dunque della descrizione dettagliata del suo percorso, realizzato grazie al Cursus publicus. Gli altri itinerari dell’antichità (itinerarium) descrivono solo le tappe principali (mansiones), mentre l’anonimo triplica il numero dei luoghi conosciuti aggiungendo le mutationes.
Durante il suo viaggio ha approfittato dell’ospitalità che gli è stata offerta in quanto portatore di un’evictio, di un diploma o tractoriae, il lasciapassare per l’utilizzo di tutti i servizi del Cursus publicus. Grazie a questo titolo, l’anonimo è considerato una grande personalità.
Trattandosi di un cristiano che ha preso parte al pellegrinaggio verso la Terra santa, si potrebbe pensare che fosse un vescovo e che in quanto tale potesse viaggiare accompagnato. Si potrebbe immaginare il vescovo Orientalis e il suo diacono Flavius che approfittano nuovamente del Cursus publicus per recarsi più lontano di Arelate dove si era tenuto il concilio nel 314. Purtroppo, sono gli unici nomi di cristiani di Burdigala del IV secolo che sono giunti fino a noi. Il nostro pellegrino ha visitato tutte le città ritenute importanti dai cristiani dell’epoca, non esitava a fare delle deviazioni restando però sempre sulle viae publicae, le sole vie soggette alle regole del Cursus publicus.
Fonte : Wikipedia