Una tempesta selvaggia sconvolgeva l’oceano ed il naviglio era sballottato sulla schiuma rabbiosa come un guscio di noce.
I passeggeri sembravano impazziti dalla paura: non avevano più colore, né voce. Soltanto un fanciulletto correva avanti e indietro: ridendo a trilli per le cadute e il barcollamento a cui era costretto: era il figlio del pilota.
Quando, come a Dio piacque, la nave uscì dalla tempesta e tutti si sentirono rifluire la vita al cuore, qualcuno prese in braccio il fanciulletto e gli disse: « Ma tu, piccolo folletto, non avevi paura di andare ai pesci? ».
Rispose: « Paura? è mio padre che guida la nave ».
Ah se ciascuno di noi, nei momenti trepidi, riuscisse a ripetere con tutta l’anima le parole del figlio del pilota: « Paura di che? mio padre è al timone! »;
oppure sapesse dire l’espressione del Vangelo: « Io non sono solo perché il Padre è con me » (Giov., XVI, 32);
oppure quell’altra che è nei Salmi: « Il Signore è la mia guida: non mancherò mai di nulla… quand’anche camminassi per una valle d’ombre mortali, non temerò perché voi siete con me » (Salmi, XXII, 1-4); dimostrerebbe davvero una filiale e serena fiducia nella Provvidenza.
Non ignoro le obiezioni e le difficoltà contro questa serena fiducia: ho pregato tanto, ho gridato a Lui dal profondo del mio cuore e non m’ha ascoltato;
gli sono stato fedele tutta la vita e ora un bacillo divora i miei polmoni implacabilmente; ho patito calunnie e ingiustizie e non m’ha difeso di fronte all’iniquità;
dov’è la Provvidenza se un fulmine ha privato cinque orfanelli del padre, se l’inondazione ha devastato il campo dei buoni, se l’epidemia ha travolto bambini ed innocenti?
Se una di queste prove ci fosse riserbata nella vita, Cristiani, preghiamo Iddio che ci trovi radicati fortemente nella fede. Ma fin d’ora ricordiamoci:
a) le vie del Signore non sono come le nostre; ma poiché Egli è Padre, certamente sono per il nostro maggior bene;
b) il dolore ha una funzione di castigo, e allora accettandolo scamperemo dal castigo eterno; di purificazione, e allora ci rende migliori liberandoci dalle scorie terrene; di prova, e allora se resteremo fedeli a Dio ci serberà meravigliose ricompense;
c) i Santi non hanno perso la serena fiducia in casi più terribili dei nostri, e Dio li ha confortati.
Giuseppe: è tradito dai fratelli e venduto ai mercanti d’Egitto: ma da schiavo diventerà viceré.
Tre fanciulli sono buttati nella fornace ardente, ma le ali invisibili d’un Angelo li difendono dalle voraci fiamme.
Il profeta Elia è perseguitato a morte e fugge; ma un Angelo gli porta da mangiare un pane ristoratore.
San Paolo Apostolo aveva fiducia serena e incrollabile in mezzo ad ogni traversia.
« Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?… Chi mi separerà dall’amore di Cristo? La tribolazione o l’angoscia; la persecuzione o la fame, o la nuda miseria; il pericolo o il pugnale?…
No: né la morte né la vita, né le cose presenti né le future, né alcuna creatura, mi potrà mai separare dall’amore di Dio in Cristo Gesù (Rom., VIII).
Persuadiamoci di questo: per quelli che cercano anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia tutte le cose si risolvono in bene.
– Nell’ultima cena, nell’ora delle intimità, Gesù disse ai suoi Apostoli: « Quando v’inviavo in missione senza bastone, né sacco, né argento, né tunica di scorta, se vi è forse mancato qualche cosa?».
Risposero: « Nulla ». (Lc., XXII, 35). Da allora in poi quanti Cristiani vivono sulla parola del Signore, con una fiducia nella Provvidenza, piena e serena!
S. Giovanni Crisostomo. nel secolo IV diceva ai suoi uditori: « Non crediate che questi comandamenti del Signore siano superiori alle forze umane, perché vì sono molti che li praticano. Che tu l’ignori, non è cosa che debba stupire: anche Elia credeva d’essere solo a servire Dio e invece erano in più di settemila. Tu non vuoi credere, perché non li vuoi imitare ».
Ebbene, io vi dico che oggi, dopo venti secoli, quelli che si fidano del Signore sono ancora di più.