L’agata fasciata lunga 1,2 cm è una pietra preziosa trovata nel subcontinente indiano, proveniva da un anello-sigillo, molto simile a quello indossato da Augusto Cesare, il primo imperatore romano, che regnò dal 27 a.C. fino alla sua morte nel 14 d.C.
La gemma con la Sfinge, insieme alla testa di una piccola statuetta greco-romana trovata sul terreno di Sukumaran, è un’ulteriore prova che Pattanam, il piccolo villaggio sulle backwaters del fiume Periyar, potrebbe essere Muziris, la leggendaria città portuale che prosperò tra il I secolo a.C. e il IV secolo d.C.
Muziris, l ” ‘Emporia d’Oriente’ ‘, fiorì dopo che i romani conquistarono l’Egitto, e divenne un centro chiave per il commercio tra le regioni del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, inviando pepe, pietre preziose, seta, perline, avorio e ceramiche a Asia occidentale e Roma, importando da lì monete d’oro, vetro, vino e grano.
Poi, nel IV secolo d.C., Muziris scomparve. Diverse sono le teorie su questo, tra cui quella che, con il declino dell’impero romano, suo partner commerciale chiave, la città portuale cadde in disuso. Un’altra ipotesi è che un’inondazione catastrofica nel Periyar nel 1341 abbia interrato il porto di Muziris, lasciandolo troppo stretto per le navi.
La Sfinge che è apparsa in un angolo del terreno di Sukumaran è la più grande scoperta dell’ultimo giro di scavi – il decimo dal 2007.
Come ha potuto un anello-sigillo romano, con la Sfinge sopra, aver raggiunto Muziris? La Sfinge che è apparsa in un angolo del terreno di Sukumaran era insieme a spazi vuoti di cammei, a indicare che 2000 anni fa c’era un laboratorio lapidario a Pattanam”.
Sull’associazione della Sfinge con i reali romani, Steven Sidebotham, professore di storia antica e archeologia presso l’Università del Delaware che nel 2009 ha scavato Bernike, un’antica città portuale in Egitto con noti legami commerciali con Muziris, ha dichiarato in una e-mail al Sunday Express trattasi della Sfinge alata femminile fosse il simbolo del sigillo sull’anello di Augusto. “Questo simbolo divenne poi popolare e molti uomini ricchi lo copiarono senza dubbio.”
Chris Gosden, professore di archeologia europea a Oxford, che era a Pattanam durante la stagione degli scavi del 2014, afferma che i recenti ritrovamenti mostrano i collegamenti tra l’Asia meridionale e l’Europa da un lato e l’Estremo Oriente dall’altro.
Scrivendo del ritrovamento “speciale”, Rocca dell’Università di Roma Tor Vergata ha detto: “Alcuni di questi artigiani indiani (che estraevano e lavoravano le pietre) si sono recati in Occidente e hanno imparato a lavorare in un ambiente culturale diverso. I mercanti romani si stabilirono per mesi a Pattanam “.
Le 66 trincee scavate finora a Pattanam (cinque di quelle in questa stagione) costituiscono meno dell’1% dei 111 acri del tumulo archeologico di Pattanam. Per Cherian, ogni nuova scoperta è un momento di epifania – di Muziris come un luogo in un momento in cui “stavano accadendo le cose migliori”.