Teobaldo (in francese Thibaud) era figlio del conte dello Champagne Arnolfo. Dopo aver letto in giovane età le biografie dei padri del deserto, rimase affascinato da alcuni aspetti della loro vita, tra cui la rinuncia a se stessi, lo spirito ascetico e la purezza di vita.
Di fronte alla proposta paterna di una vita militare, degna di un nobile, egli rifiutò preferendo abbandonare la vita mondana, gli agi e le ricchezze per seguire la vita contemplativa.
Insieme all’amico Gualtiero entrò nell’abbazia di Saint-Remi a Reims, e successivamente, vestiti da mendicanti, i due vagarono nel nord della Francia per stabilirsi in un luogo solitario, oggi in Lussemburgo, dove costruirono due piccole celle ed iniziarono a camminare scalzi, patendo il freddo, il caldo, la fame e la fatica. Si guadagnavano da vivere lavorando nei villaggi insieme ai contadini, ai muratori, ai carbonai, pregando incessantemente giorno e notte.
La fama della loro santità portò molti pellegrini e penitenti a chiedere loro consigli e preghiere. Si recarono in pellegrinaggio a Santiago de Compostela, a Roma e in varie località, per stabilirsi poi in località sajanega nei pressi di Sossano, nel rudere di una cappella nel bosco. Dopo la morte di Gualtiero, Teobaldo accettò la compagnia di un gruppo di discepoli. Fu quindi ordinato presbitero dal vescovo di Vicenza. La fama della sua santità giunse fino alla terra natale e favorì la conversione dei suoi genitori, che andarono in pellegrinaggio da lui, e sua madre finì i suoi giorni come eremita.
Teobaldo fu colpito da una grave malattia, forse lebbra, che sopportò con eroica pazienza. Prima di morire vestì l’abito camaldolese e ricevette il viatico, morendo nel 1066. La località dove visse da eremita è Sossano, dove sono ancora visitabili i due romitori.
Fu canonizzato da papa Alessandro II nel 1073, dopo soli sette anni dalla morte ed è venerato come patrono dei carbonai e dei conciatori, per il lavoro che faceva nei villaggi presso le foreste.
Le spoglie sono conservate nella Chiesa Arcipretale di San Giovanni Battista a Badia Polesine; nell’ultimo altare di destra vi è l’urna contenente il corpo di San Teobaldo, trasferito dall’Abbazia della Vangadizza all’Arcipretale nel 1810, anno della soppressione del monastero camaldolese.
Per quest’ultima caratteristica veniva considerato dai propri aderenti come protettore della società segreta della Carboneria durante il Risorgimento italiano.
Fonte: wikipedia
Nota
San Tebaldo, patrono e protettore de’ Carbonari e della Frammassoneria forestiera.