Le parole più rasserenanti del Vangelo forse sono queste che Gesù ora ci rivolge: « Non angustiatevi, come fanno quelli che non han fede, dicendo: cosa mangeremo o cosa berremo o di che cosa ci vestiremo? Il Padre vostro sa quello che vi bisogna ».
Com’è consolante sapere che dietro la gigantesca macchina dell’universo, c’è Dio nostro Padre che tutto guida e intanto non distoglie mai da noi suoi figli la dolce mano paterna! Alla sua affermazione Gesù aggiunse tre argomenti perché la nostra convinzione fosse profonda.
a) « La vita non vale più del pane e il corpo non vale più del vestito? Se Dio, senza alcun merito o sforzo da parte vostra, vi ha dato la vita e il corpo, a maggior ragione vi darà il cibo e le vesti.
b) « E poi guardate gli uccelli dell’aria che non seminano né mietono: sono mantenuti dal Padre celeste. Se mantiene i passeri, trascurerà voi che valete infinitamente di più?… Guardate anche i gigli del campo come crescono senza filare né tessere: sono vestiti dal Padre celeste con un raso bianco che farebbe sfigurare il manto del re Salomone. Se veste i gigli, lascerà voi ignudi, o gente di poca fede?
c) « Inoltre, coll’affannarvi, potete forse prolungare d’un giorno la vostra vita al di là del limite stabilito? Come non siete capaci di prolungare la vita, così non siete capaci di mantenerla, se il Padre non provvede per voi ».
Infine, Gesù pose la condizione essenziale per ottenere i favori della Provvidenza: « Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia; e avrete ogni altra cosa per soprappiù ».
Eliminiamo subito un’idea erronea che potrebbe già essere nata ascoltando questo brano evangelico: se io ho fede in Dio e nella sua Provvidenza, è dunque inutile lavorare?
Provvidenza non significa pigrizia: bisogna industriarci come se tutto dipendesse da noi, ma con tale serenità come se tutto dipendesse da Dio.
Dio vuole che lavoriamo, che guadagniamo il nostro pane con il sudore della nostra fronte, ma vuole che questo lavoro sia senza inquietudine e lasci lo spirito libero e sollecito, prima d’ogni altra cosa, della gloria di Dio e della salvezza dell’anima.
C’è pure da ricordare che la fiducia nella Provvidenza divina poggia su tre punti:
1) credere che esiste un Dio amorosissimo e padre;
2) credere che questo Dio Padre ci vuol condurre alla felicità eterna;
3) credere che i mezzi e le vie con cui Dio Padre ci conduce al nostro fine sono tutti per il nostro meglio, anche se li sentiamo dolorosi e incomprensibili.
Quest’ultimo è il punto difficile dove si riconoscono i veri figli di Dio che lo amano e pongono in Lui fiducia piena, serena.
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