
Il manoscritto Voynich deve il suo nome a Wilfrid Voynich, un mercante di libri rari di origini polacche, naturalizzato britannico, che lo acquistò dal collegio gesuita di Villa Mondragone, nei pressi di Frascati, nel 1912.
Il contatto tra Voynich e i gesuiti fu padre Giuseppe Strickland (Joseph Strickland 1864-1915), religioso gesuita.
Il suo Ordine aveva bisogno di fondi per restaurare la villa e vendette a Voynich trenta volumi della biblioteca, che era formata anche da una raccolta di volumi del Collegio Romano, trasportati al collegio di Mondragone insieme alla biblioteca generale dei Gesuiti per salvarli dagli espropri del nuovo Regno d’Italia. Tra questi libri vi era anche quello misterioso, di cui non si conosce l’origine.
Voynich rinvenne, all’interno del libro, una lettera di Jan Marek Marci (1595-1667), rettore dell’Università di Praga e medico reale di Rodolfo II di Boemia, con la quale egli inviava questo libro a Roma presso l’amico poligrafo Athanasius Kircher perché lo decifrasse. Voynich stesso affermò che lo scritto conteneva minuscole annotazioni in greco antico e datò il volume come originario del XIII secolo.
Nella lettera, recante l’intestazione «Praga, 19 agosto 1665» (o 1666), Marci affermava di aver ereditato il manoscritto medievale da un suo amico (che in seguito le ricerche riveleranno essere un non meglio noto alchimista di nome Georg Baresch), e che il suo precedente proprietario, l’imperatore Rodolfo II, l’aveva acquistato per 600 ducati (una cifra molto elevata), credendolo opera di Ruggero Bacone.
La proprietà del manoscritto passò da Voynich al noto commerciante ed esperto di libri antichi Hans P. Kraus che lo donò all’Università Yale che lo conserva nella Beinecke Rare Book and Manuscript Library, archiviato con il numero d’inventario “MS 408”.
Nel 2019 Gerard Cheshire, dell’università britannica di Bristol, ha pubblicato una ricerca sulla rivista Romance Studies nella quale sostiene di essere riuscito a decifrarlo.
Dalla ricerca, controversa e criticata da numerosi medievalisti, è emerso che il manoscritto sarebbe una sorta di enciclopedia illustrata contenente ricette con rimedi erboristici, terapie mediche, letture di astrologia su amore, mente e riproduzione, secondo le credenze dell’epoca storica in cui fu redatto e addirittura il resoconto di un salvataggio in mare dei sopravvissuti di un’eruzione vulcanica avvenuta nel 1444.
L’opera sarebbe da attribuire a monache domenicane che la realizzarono per la regina di Aragona, Maria di Castiglia.
wikipedia
si ringrazia per la segnalazione Michela, studiosa di sincretismo esoterico