Nella Bibbia talvolta troviamo delle idiosincrasie che, agli occhi dei meno attenti, possono sfuggire nelle loro particolari sfaccettature e se qualcuno prova a dissentire o cercare di trovare una forma di feedback con qualche prelato, vi renderete conto che esse diventano delle domande a dubbi ben precisi.
Ora qualcuno/a com’è duopo si starà chiedendo perché dover faticare nel cercare sempre delle spiegazioni, invece di prendere il testo, leggerlo, meditarlo e stop. Questo è ciò che il 90% o forse un pò meno dei cattolici fa di consuetudine, ma non chi, come noi, giornalisti e studiosi di scienze della comunicazione, filosofi, teologi, va oltre al testo.
Questa volta analizziamo ZACCHEO in quanto ci interessa il suo essere pubblicano, un tema particolarmente sviluppato dagli evangelisti Matteo e Luca, ma in più di una volta in netto contrasto.
L’attenzione di Matteo è più che comprensibile, visto che lui stesso era un pubblicano prima di seguire Gesù. Quella di Luca invece ha uno scopo ben preciso.
Essi sono una categoria di persone considerate “senza speranza”, per le quali cioè, neppure Dio può far nulla.
Il loro peccato, secondo il comune modo di pensare, non può conoscere redenzione. Essi, ebrei, approfittano dell’invasione sacrilega dei romani per un loro personale vantaggio.
Gesù, ribalta questo modo di vedere chiamandoli tra i propri discepoli, sedendo a tavola con loro, convertendoli, dedicando loro attenzioni che suscitano scandalo.
Luca sottolinea questo aspetto con lo scopo di dare una speranza proprio ai peccatori più peccatori. Ma procediamo un passo alla volta.
Nel caso di Zaccheo troviamo una persona che vuole farsi notare ad ogni costo e, quindi, sale su un albero, il sicomoro. Non aspetta…non attende il passaggio del Messia…piuttosto sgomita…corre…ci immaginiamo la scena di questo uomo in mezzo alla folla che segue Gesù.
Zaccheo era un pubblicano, nato ebreo e odiato dalla sua stessa gente. In altro passo del vangelo troviamo un’altro pubblicano che, sa di essere un peccatore, e si nasconde.
In ambedue i casi Gesù premia entrambi. Ma per quale motivo ci potremmo chiedere, visto che erano una specie di doganieri incaricati di raccogliere i diritti di pedaggio a nome del governo romano?
I Pubblicani erano odiati per la loro scelta di stare dalla parte degli invasori, e anche perché con questo lavoro tenevano una parte dell’estorsione per sé. Erano per questo considerati dei “venduti”.
Ad onor del vero va’ detto che essi veramente erano dei poco di buono e nulla facevano per farsi volere un po’ di bene.
Gesù non approva il loro operato!
Quindi i pubblicani vengono reintegrati grazie a Gesù, nella società in cui loro sono disprezzati?
Queste losche figure portano a pensare, nei due casi del vangelo, a quanto dice Sant’Agostino, un grande padre della Chiesa, che “la grazia è data gratis, e non è assegnata in ricompensa alle opere”.
Si ma allora se per grazia questi pubblicani si salvano, allora tutti coloro uccidono, stuprano, ammazzano possono essere redenti ?
In questo mondo terreno non c’è salvezza per quei mentecatti sopra descritti?
Il pentimento deve essere profondamente sincero, ma ben sappiamo che l’essere umano raramente si pente delle sue malefatte terrene, salvo rari casi.
A tal proposito ci vengono in mente…i santi…i beati…i giusti…i perseguitati…gli oppressi…ma anche questi, come diceva un dottore della Chiesa Anglicana:”Vi sono più santi e beati in terra che in cielo”. Le loro opere davanti agli occhi di DIO non sono contate.
La domanda viene d’uopo. Chi si salva ? Gesù è molto chiaro in questo ambito. Gli unici…sono i bambini…è per loro il Regno dei Cieli.
La maggior parte di coloro, adulti, staranno pensando che non c’è alcuna possibilità della grazia considerando bisogna essere dei bambini.
D’altronde, si presume che crescendo si matura, in modo consapevole e coscienzioso, ma diventando ricchi siamo nel tutto e nel niente.
I bambini, chi sono ? Gli adolescenti ? Od anche gli Adulti ?
Sono coloro che ciecamente non fanno opere e vivono per grazia ?
Sono chi chi non studia, non approfondisce, quindi rimanendo ignorante accetta quel che gli viene riferito dalle Chiese e Spiritualità?
L’ammonizione di Gesù nei confronti delle ricchezze non è soltanto quella materiale, ma soprattutto spirituale. Sembrerebbe un pò egoistico pensandoci, perché se le opere non sono conteggiate, rimane la salvezza per Grazia.
“Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti.” Efesini 2:8-9.
Un esempio concreto ? Il ladro che morì sulla croce assieme a Gesù.
“Quant’è difficile per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio!” (Luca 18,24).
“Guai a voi ricchi, perché avete già la vostra consolazione” (Luca 6,24)!
Ricordatevelo ogni volta accumulate ricchezza personale senza mai dare nulla al vostro prossimo e per questo, non ringraziate DIO che vi dà la possibilità di entrare nella sua grazia, perdonando le vostre nefandezze immonde.
Fonti
dirittoestoria.it
postposmo.com
chiesalternativa