Durante tutta la sua vita, Gesù si mostra come nostro modello: è « l’uomo perfetto » che ci invita a diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento, ci ha dato un esempio da imitare, con la sua preghiera, attira alla preghiera, con la sua povertà, chiama ad accettare liberamente la spogliazione e le persecuzioni.
La croce è l’unico sacrificio di Cristo, che è il solo mediatore tra Dio e gli uomini.
Ma poiché, nella sua Persona divina incarnata, « si è unito in certo modo ad ogni uomo », egli offre « a tutti la possibilità di venire in contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale ».
Egli chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce e a seguirlo, 5poiché patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme.
Infatti egli vuole associare al suo sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari. Ciò si compie in maniera eminente per sua Madre, associata più intimamente di qualsiasi altro al mistero della sua sofferenza redentrice.
« Al di fuori della croce non vi è altra scala per salire al cielo ».
Cristo è il centro di ogni vita cristiana. Il legame con lui occupa il primo posto rispetto a tutti gli altri legami, familiari o sociali. Fin dall’inizio della chiesa, ci sono stati uomini e donne che hanno rinunciato al grande bene del matrimonio per seguire «l’Agnello dovunque va» (Ap 14,4), per preoccuparsi delle cose del Signore e cercare di piacergli, per andare incontro allo Sposo che viene. Cristo stesso ha invitato certuni a seguirlo in questo genere di vita, di cui Egli rimane il modello:
Vi sono infatti eununchi che sono nati dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eununchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eununchi per il Regno dei Cieli. Chi può capire, capisca (Mt 19,12).