
La Chiesa evangelica in Germania venne fondata nel 1945, e la sua organizzazione attuale, federale, si deve al 1948. È costituita di 20 Chiese autonome e regionali. Con l’eccezione della Frisia orientale, c’è solamente una chiesa regionale per un certo territorio. 9 sono di tradizione luterana, 2 di tradizione riformata (Calvinista), e 9 “Chiese unite” (luterana e calvinista).
L’EKD e le “chiese regionali”, sono riconosciute come stabilimenti pubblici di culto e fanno parte della “Comunità delle Chiese protestanti d’Europa”. La sede dell’EKD è a Hannover, in Herrenhäuser Straße.
Il rappresentante supremo di questa Chiesa è il presidente del consiglio (Ratspräsident). Dal 9 novembre 2010 questa funzione è rivestita da Nikolaus Schneider, succeduto a Margot Käßmann, dimessasi nel febbraio 2010 in seguito a una denuncia penale per guida in stato di ebbrezza.
La Chiesa evangelica in Germania coopera anche con la Chiesa evangelica luterana in Italia e la Chiesa evangelica luterana in America.
La Chiesa evangelica in Germania (Evangelische Kirche in Deutschland, EKD) è l’organizzazione più importante del protestantesimo nel paese. In Germania il 24,9 % della popolazione appartiene a questa Chiesa. L’ex-cancelliera federale Angela Merkel ne è membro. Wikipedia.
Perché vi parliamo di questa Chiesa ? Semplicemente per il motivo sul fatto dei cosiddetti -braccini corti – ovvero sempre il solito ritornello ormai disco rotto tra la lamentela del non ci sono soldi per le donazioni ed i sostegni, ma poi scopri delle cose talmente assurde…
Partiamo dal fatto che la gerarchia tedesca chiede a gran voce di aggiornare la morale cattolica, per conformarsi al mondo e non perdere fedeli. Le realtà laicali come Wir sind die Kirche, “Siamo noi la Chiesa”, spingono per una democratizzazione della clericalizzazione.
Quindi in Germania ti trovi in una situazione abissale rispetto all’Italia in cui c’è la presenza dei cosiddetti «referenti pastorali», donne e uomini laici (ovviamente retribuiti).
Si avete letto bene…fare il prete oppure gestire, di fatto, la pastorale parrocchiale, ben al di là di quanto consentito dal diritto canonico, è un lavoro e va retribuito. In pratica è come accade in Italia, cioè per guidare le anime i prelati si fanno pagare. E’ un lavoro.
La cosa assurda è che mentre un musicista fa un pò di fatica nel farsi pagare una sua performance, pur facendo ascoltare un suono, i prelati tedeschi, ma anche quelli italiani, riescono ad avere uno stipendio fisso con dei contribuiti, la pensione, un tetto dove dormire, una perpetua che gli fa da mangiare, la donna delle pulizie e…per i giovani diaconi, siccome non possono andare in discoteca si inventano le catechesi giovanili, quelle dai 18 ai 30 anni, un modo per trovare la fidanzata timorosa di DIO, tutta casa e chiesa.
È triste dirlo, ma una buona parte della crisi che investe la Chiesa è questione di soldi e istituzioni. La crisi di fede è conseguente al fatto della incoerenza di taluni prelati che in modo non molto velato credono di farti passare da idiota, presumendo di essere piuttosto intellettuali e preparati nella loro materia.
Nel mentre accade quanto sopra ci troviamo nel ricercarne le origini di questo potere economico, le quali sono remote e richiederebbero una complessa disamina storica.
In sintesi abbiamo il patrimonio materiale, i risarcimenti e gli indennizzi ancora in essere delle secolarizzazioni e di quelle successive, ereditati nel tempo, i finanziamenti statali diretti agli enti e istituzioni ecclesiali (scuole, ospedali, enti universitari, consultori).
Ora comprenderete perché se girano i maroni quando qualcuno ti risponde di non avere soldi da dare per sostenere realtà culturali, specialistiche, spirituali, religiose, nel mentre c’è chi si cucca ogni mese uno stipendio grazie ai contribuenti tedeschi (con una salata tassa) e per quelli italiani mediante 8×1000 ?
Eppure…quel Cristo che, guarda caso, i sacerdoti hanno crocifisso, era povero non riceveva un lauto stipendio né per predicare e né tantomeno per andare a trovare fedeli.
Quindi, se un giorno tutti quei milioni di cristiani nel mondo smettessero di sostenere economicamente questi prelati, probabilmente molti smetterebbero di fare i preti e forse tra i pochi ci sarebbero quelli veri.