La cristologia è quella parte della teologia cristiana che studia e definisce chi e che cosa Gesù è, con particolare attenzione alla sua natura umana e divina.
Esistono due fondamentali cristologie, una cosiddetta dall’alto cioè che si sviluppa a partire dalla natura divina di Gesù come Figlio di Dio, e una dal basso che si sviluppa a partire dalla natura umana di Gesù così come si è manifestata nella sua vita terrena.
Alcuni aspetti molto dibattuti nel corso della storia del cristianesimo sono stati:
la natura di Gesù, se umana, divina, o entrambe le cose;
in che modo la natura divina di Gesù si relaziona con quella di Dio Padre;
il ruolo di Gesù Cristo nella redenzione del genere umano.
La cristologia fu un argomento particolarmente controverso nei primi secoli del cristianesimo, in particolare dal IV secolo quando, a seguito della disputa con Ario, venne definita la dottrina ortodossa, stabilita nei Concili ecumenici a partire da quello di Nicea I. Solitamente questi argomenti teologici sono sinteticamente indicati come trinità, incarnazione e redenzione.
La cristologia, proprio perché tratta della natura intrinseca di Gesù, è uno dei trattati teologici fondamentali nel cristianesimo. La cristologia cattolica riconosce in Gesù tanto la natura umana quanto quella divina così come definito dogmaticamente nel simbolo niceno-costantinopolitano e frutto dell’elaborazione dei primi Concili Ecumenici, in particolare il Concilio di Calcedonia.
Tale cristologia attualmente è ritenuta per vera dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla maggior parte delle chiese protestanti luterane. Alcune chiese protestanti anglicane se ne discostano non riconoscendo in Gesù la natura divina piena.
La cristologia cattolica sostiene che in Gesù vi sono due nature, quella umana e quella divina, unite ma non confuse fra di loro. Così afferma il dettato dogmatico del concilio di Calcedonia (451): “Insegniamo a confessare un solo e medesimo Figlio: il Signore nostro Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, uno e medesimo Cristo Signore unigenito; da riconoscersi in due nature, senza confusione, immutabili, indivise, inseparabili, essendo stata salvaguardata la proprietà di ciascuna natura, e concorrendo a formare una sola persona e ipostasi; Egli non è diviso o separato in due persone, ma è un unico e medesimo Figlio, Verbo e Signore Gesù Cristo”. Già il concilio di Nicea (325) aveva proclamato Gesù consustanziale con il Padre (“homousios to Patrì”), generato prima del tempo e a lui coeterno e coeguale, contro le dottrine di Ario che lo interpretavano solamente come un’eminente creatura. Secondo la medesima dottrina ortodossa, dalla vergine Maria Gesù ha veramente assunto la natura umana al momento dell’incarnazione. Così che l’incarnazione, la morte in croce, la risurrezione e l’effusione dello Spirito Santo costituiscono come i cardini della soteriologia cristiana.
(Fonte Wikipedia)