Chiesa uniate è la denominazione comunemente usata per indicare le Chiese dell’Oriente europeo che tra il XV ed il XVI secolo sono tornate in comunione con la Chiesa cattolica.
Per questo motivo essa è anche detta Chiesa greco-cattolica, ad indicare la compresenza di obbedienza romana e utilizzo del rito di tradizione greca e costantinopolitana. Riconoscono pertanto l’autorità giurisdizionale del vescovo di Roma e ne condividono la fede e la teologia, ma conservano strutture, disciplina, tradizioni e liturgia proprie del Rito bizantino, similmente alla Chiesa ortodossa, sebbene presentando differenze sostanziali, secondo una formula già indicata dal Concilio di Firenze.
In particolare prende il nome di Chiesa uniate quella sorta in seguito all’Unione di Brest (1596), nell’ambito dell’Unione tra il regno di Polonia e il granducato di Lituania. L’Unione di Lublino nel 1569 aveva comportato uno stretto vincolo tra il regno di Polonia (che era cattolico) alla Lituania propriamente detta (anch’essa cattolica) e anche ai territori da quest’ultima dipendenti, abitati da popolazioni slave di religione greco-ortodossa. Il compromesso fu appunto di ottenere un’unità religiosa nell’ambito dell’obbedienza romana, mantenendo però i rituali bizantini.
In seno alla Chiesa cattolica, in modo ricorrente, nacque, però una diffidenza per la Chiesa uniate. In particolare i gesuiti, che pure con Piotr Skarga avevano difeso la Chiesa uniate, si impegnarono per riportare nell’ambito del rito latino i cattolici di quei territori.
Analogamente nel corso del XVII secolo i cristiani orientali che dimoravano nei territori soggetti al regno d’Ungheria adottarono sostanzialmente la stessa formula: dogmi cattolici, obbedienza al papa di Roma, ma conservazione del rito bizantino: nel 1646 gli ortodossi della Rutenia subcarpatica e nel 1698 quelli della Transilvania.
L’espressione “Chiesa uniate” venne da allora usata per indicare i cattolici della Chiesa greco-cattolica rutena oltre a quelli della Chiesa greco-cattolica ucraina, e a volte veniva non correttamente applicata a tutti i cattolici di rito orientale delle 15 chiese di rito bizantino.
La Santa Sede nel 1927 incaricò la Congregazione per le Chiese orientali di elaborare un codice di diritto canonico proprio per queste Chiese.
Il termine uniate in alcune lingue e in alcune culture aveva, però, assunto una valenza spregiativa e i documenti del Concilio Vaticano II lo evitano accuratamente. In ambito ortodosso non mancano tuttora le polemiche nei confronti degli uniate.