Nel documento Dignitas personae, riguardo all’illiceità di ricorrere a linee cellulari che abbiano una qualche correlazione con aborti, si legge: “Una fattispecie diversa viene a configurarsi quando i ricercatori impiegano ‘materiale biologico’ di origine illecita che è stato prodotto fuori dal loro centro di ricerca o che si trova in commercio.
L’Istruzione Donum vitae ha formulato il principio generale che in questi casi deve essere osservato:
‘I cadaveri di embrioni o feti umani, volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani. In particolare non possono essere oggetto di mutilazioni o autopsie se la loro morte non è stata accertata e senza il consenso dei genitori o della madre. Inoltre va sempre fatta salva l’esigenza morale che non vi sia stata complicità alcuna con l’aborto volontario e che sia evitato il pericolo di scandalo’”.
Coloro che ritengono essere cattolici praticanti e, con la scusa del essere stati obbligati si vogliono lavare la coscienza, chiediamo come mai questo criterio scientifico e teologico è scomparso dal loro pensiero o – per meglio dire – dal ‘credo di essere cristiano/cattolico- in tutela della vita (intesa come tale) ?
Quando vi sarete ripresi dalla vostra lordura interiore, accaprettati dal vostro mammona, idolatrati del nulla ma pontificatori dell’altrui vita, leggetevi il libro dal titolo molto esplicito: L’idolatria dei vaccini. Il problema morale degli esperimenti sui feti abortiti (Editrice Fede&Cultura).
Si ringrazia per lo spunto sopra, la fonte: Restrizioni.it