
«com’è vero che Dio è nostro Padre, così è vero che Dio è nostra Madre.» (Rivelazioni, cap. 59).
Giuliana di Norwich visse in un’epoca agitata e piena di tumulti, ma la sua teologia è ottimistica; parla dell’amore di Dio in termini di gioia e compassione in opposizione alla legge e al dovere. Per Giuliana, la sofferenza non è una punizione inflitta da Dio, ma uno strumento che egli usa per attirarci più vicino a lui.
Questa concezione è assai differente dalla visione prevalente del suo tempo, che vedeva calamità come la peste nera come un castigo divino.
Giuliana suggerisce invece una concezione di Dio improntata alla misericordia, che per alcuni inclina verso la salvezza universale. Infatti, a causa delle sue affermazioni che oltre la realtà del fuoco dell’Inferno esiste un più grande mistero dell’amore di Dio, si è fatto riferimento a lei anche come ad una proto-universalista.
Benché le visioni di Giuliana fossero inusuali, le autorità civili ed ecclesiastiche non intrapresero azioni contro di lei, forse a causa del suo essere un’eremita. La mancanza di riferimenti ai suoi scritti durante la sua vita potrebbe indicare che essi non erano giudicati degni di essere confutati, considerato anche che era una donna e scriveva nella lingua volgare del tempo.
La sua teologia è fondamentalmente unica e particolare in tre aspetti: la sua concezione del peccato; la sua convinzione che Dio ama tutti e non prova collera verso nessuno; e il suo vedere Dio, oltre che come Padre, anche come Madre.
Il suo più conosciuto ed importante detto è:
«È stato necessario che esistesse il peccato; ma tutto sarà bene, e tutto sarà bene, ed ogni sorta di cosa sarà bene.»
(Rivelazioni, cap. 27)
Esso è anche uno dei versi più famosi nella teologia cattolica e una delle frasi più conosciute della sua epoca.
Più avanti il concetto è spiegato più ampiamente:
«Io posso compiere bene ogni cosa, Io sono in grado di compiere bene ogni cosa, Io voglio compiere bene ogni cosa, e Io compirò bene ogni cosa; e tu vedrai da te stessa che ogni sorta di cosa sarà bene.»
(Rivelazioni, cap. 31)
Giuliana dà un’interpretazione di questa frase, che lei definisce le cinque parole, intendendo nell’espressione
“Io posso” la persona del Padre, in “sono in grado” il Figlio, in “voglio” lo Spirito Santo, in “Io compirò” l’intera Trinità divina; e dov’è detto “tu stessa vedrai”, ella intende l’unità della natura umana che sarà salvata dall’amore di Dio e condotta al bene, interamente.
Giuliana crede che il peccato sia in qualche modo necessario, oltre che inevitabile, poiché permette di raggiungere la vera conoscenza di noi stessi e ci porta ad accettare la presenza e l’azione di Dio nella nostra vita.
Ella insegna che gli esseri umani commettono i peccati per ignoranza o ingenuità, non perché sono malvagi, come invece spiegava comunemente la chiesa medievale.
Giuliana crede che per imparare noi dobbiamo prima fallire, e per fallire dobbiamo peccare.
Ella crede anche che la sofferenza causata dal peccato sia un ricordo terreno della sofferenza provata da Cristo durante la sua passione e che poiché le persone soffrono come Cristo, hanno la possibilità di essergli più vicine nella loro esperienza.
Comunque, Giuliana non si fa illusioni, ben sapendo che il peccato resta sempre presente nella nostra vita fino alla fine, ma questo non deve mai indurci in disperazione, poiché l’amore, la cura e la protezione di Dio sono altrettanto costanti, e sicuramente più forti del peccato:
“Io non farò che peccare, ma il mio peccato non impedirà alla sua bontà di operare.”.
“La regale amicizia di Dio si dimostra nel fatto che egli ci protegge teneramente mentre noi siamo nel nostro peccato”.
Il poeta T. S. Eliot ha inserito la frase: “E tutto sarà bene e / ogni sorta di cose sarà bene”, come anche il richiamo al capitolo 41 (“Sono io il fondamento della tua supplica”)delle Rivelazioni di Giuliana, nel terzo tempo del quarto poemetto dei Quattro quartetti, Little Gidding,:
Il peccato è Inevitabile, ma
tutto sarà bene, e
ogni sorta di cose sarà bene.
[…]
Qualunque cosa noi abbiamo ereditato dai vincitori
noi abbiamo preso dai vinti
quello che avevano da lasciarci: un simbolo
un simbolo perfetto nella morte.
E tutto sarà bene e
ogni sorta di cose sarà bene
con la purificazione del motivo
nel fondamento della nostra supplica.
(Little Gidding, III tempo, vv. 17-19; 43-50)
Il giorno in cui viene ricordata Giuliana è il 13 maggio per la Chiesa cattolica, che la commemora come beata, mentre è l’8 maggio per la Chiesa anglicana, che la considera santa.
Fonte
https://it.wikipedia.org/wiki/Giuliana_di_Norwich