
La Axion Estin (in greco della koinè: Ἄξιόν ἐστιν; è veramente giusto) è il nome attribuito ad un’antica icona mariana, raffigurante la Vergine che regge tra le braccia il Bambino, ed alla quale si associa un famoso inno cantato di preghiera (il testo è alla fine dell’articolo), che fa parte del più completo inno detto Theotókos, cioè il titolo di Maria come la Madre di Dio.
L’antica tradizione narra che questa icona cominciò ad irradiare luce durante una notte di Pasqua tra il 10 e l’11 giugno del 982, proprio mentre un monaco eremita di nome Gabriele, poi identificato con l’arcangelo Gabriele, iniziava a cantare l’inno.
Le parole del canto furono quindi appuntate da un discepolo direttamente su una piastrella, scritto direttamente con il dito, come se la piastrella fosse di cera. Poi l’arcangelo scomparve, e l’icona continuò a irradiare luce per qualche tempo.
L’icona è ancora oggi conservata nella chiesa del Protaton di Karyes sul Monte Athos, e celebrata ogni anno l’11 giugno, mentre la piastrella con l’inno originale fu portata a Costantinopoli nel 990.
L’inno divenne un famoso canto di preghiera della Chiesa ortodossa durante la Divina Liturgia, le lodi mattutine e la compieta serale; l’incipit di questa preghiera fu accettato, ereditato e ancor oggi ricordato anche nella Chiesa cattolica (con la frase “è cosa buona e giusta – è veramente giusto”), durante il rito liturgico di Celebrazione eucaristica prima dell’antifona all’Eucaristia.
È veramente giusto proclamarti beata, o Madre di Dio,
beatissima e totalmente pura, Madre del nostro Dio.
Noi magnifichiamo Te, che sei più onorabile dei cherubini,
incomparabilmente più gloriosa dei serafini.
Tu, che senza perdere la tua verginità,
hai messo al mondo il Verbo di Dio.
Tu, che veramente sei la Madre di Dio.
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