
«… la posizione dei cattolici è in antitesi stridente con la nostra. Aspettano la redenzione dalla grazia, essi, invocano la buona volontà dei santi, quando sarebbe più opportuno fare appello a quella degli uomini…
Noi non aspettiamo nulla da altri che da noi stessi: la nostra coscienza di uomini liberi ci impone un dovere, e la nostra forza organizzativa lo attua. Solo ciò che è opera, conquista nostra, ha valore per noi.
Non è quindi solo per la ripugnanza del rito, per l’esteriorità, per il simbolismo ormai vuoto di ogni contenuto di fede che, a malgrado gli sforzi dialettici di qualche abile casuista, ci tiene lontani dal cattolicesimo. È l’antitesi insanabile delle idee… »
(articolo del 21 giugno 1916).
Gramsci indaga il fatto religioso in tutte le sue variegate forme, che possono essere ricondotte a 3 questioni connesse, ma distinte: la questione religiosa, la cattolica, la vaticana.
«… sentite all’improvviso il senso di qualcosa che vi manca, sentite dei bisogni vaghi e difficilmente determinabili, quei bisogni che Schopenhauer chiamava metafisici,…
Siete nel mondo ma non sapete perché…sentite dei vuoti e desiderereste delle giustificazioni al vostro essere…e vi pare che le ragioni umane non vi bastino, che risalendo di causa in causa arriviate ad un punto che … ha bisogno di una ragione suprema, fuori del conosciuto e del conoscibile per essere spiegata».
Ma, continua, «se qualcosa è ancora inesplicabile ciò è dovuto solo alla nostra incompletezza conoscitiva…e ciò può renderci più umili… essa «è un bisogno dello spirito», lo è per l’«uomo grosso» incapace di sostituirla.
(art. del 4 marzo 1916)
Fonte
globalist.it