L’anacoretismo, nell’evoluzione del monachesimo, è una forma intermedia tra ascetismo e cenobitismo, caratterizzata da isolamento, non sempre totale, preghiera, lavoro per il proprio sostentamento e austerità della vita.
Anacoreta (dal greco ἀναχωρητής anachōrētēs, derivato da ἀναχωρεῖν anachōrêin, ritirarsi) è detto un religioso che abbandona la società per condurre una vita solitaria dedicandosi all’ascesi, alla preghiera ed alla contemplazione.
Tra gli anacoreti cristiani si ricordano santa Sofronia da Taranto, san Paolo di Tebe (ca. 234-335), sant’Antonio abate (251-356), sant’Onofrio anacoreta (†400) e san Benedetto (480-547), sant’Isacco di Monteluco, San Nicodemo abate (900-990).
Ebbe vita in prossimità del deserto di Fayun in Egitto nella seconda metà del III secolo, forse a seguito della persecuzione di Decio e Valeriano, e si estese in Siria e in Palestina.
L’anacoretismo è diffuso in tutte le religioni. L’arte bizantina è solita raffigurare gli anacoreti nei sottarchi che sorreggono gli edifici sacri in posizione orante a indicare che con la loro ascesi reggono il peso della Chiesa.
Fonte: Wikipedia