La storia è un fatto accaduto veramente i cui protagonisti avranno nomi di fantasia. La vicenda inizia nel giugno del 2018 quando ‘Francesco’ chatta con una una donna ‘Mariella’; sino ad allora, pur abitando a pochi metri da casa di Francesco, egli non sapeva esistesse ‘Mariella’. L’infanzia di entrambi è stata nei paraggi, ma il ‘destino’ non li aveva fatti incontrare prima che lei si sposasse ed avesse, dall’attuale marito ‘Giacomo’, un figlio ‘Nicola’ oggi adolescente.
I primi interscambi via chat, con Mariella, ricorda ‘Francesco’ erano molto piacevoli, ma era titubante poiché altre volte in occasioni differenti, aveva avuto esperienze simili, poi negative con donne adulte che pensavano soltanto al successo, il sesso, ai soldi, al vivere in agio con lui e niente altro, persone molto aride nell’anima.
Francesco si chiedeva quindi perché Mariella avesse scelto lui, considerando che ella stessa diceva conoscere diverse persone anche nel suo ambiente di lavoro (un ente pubblico).
Nei dialoghi che avvenivano via chat, Francesco scriveva il desiderio di formare una famiglia ed avere un figlio, pur avendo avuto la perdita di una persona a lui cara.
Quando Francesco parlava a Mariella di situazioni sentimentali, quindi riservate e personali, diceva che l’obiettivo era stare con una donna adulta, ma single, non separata o divorziata.
Le giornate trascorrevano e Francesco dialogava anche di cose strettamente personali, familiari e professionali, come altrettanto faceva Mariella.
Francesco, fidandosi di Mariella, gli chiese una opinione su un suo progetto. Mariella entusiasta partecipò dando i suoi consigli.
Poi Francesco chiese a Mariella di aiutarlo in quel progetto ed ella pochi giorni dopo chiese un accordo di collaborazione per scritto.
Francesco rimase un pò allibito in quanto aveva chiesto se le era possibile svolgere quei compiti, senza alcun impegno.
Mariella spiegò i motivi a Francesco, ovvero essendo un funzionario di ente pubblico, era necessario per lei avere una ‘pezza’ di appoggio ad evitare problemi futuri con il suo lavoro.
Francesco né parlò con il suo staff, ma la ‘pezza’ d’appoggio non era possibile eseguirla, poiché Mariella non aveva specifici requisiti, quindi fu riferito a Mariella che la collaborazione non era possibile.
Mariella si legò al dito questo rifiuto, infatti in una mail, molto tempo dopo, in un litigio, gli rinfacciò di quella risposta accusando Francesco del perché altri venivano accettati come collaboratori, mentre lei rimaneva fuori.
Francesco rispondeva sempre che, nel suo lavoro professionale, erano necessari specifici requisiti e che, in mancanza di essi, non era possibile avere consulenti e collaboratori.
L’estate stava terminando ed il rapporto virtuale con Mariella era diventato confidenziale, quindi insieme a Giacomo, decisero di incontrarsi, diventare reali, fisicamente visibili. L’occasione era un caffé presso una nota pasticceria in Firenze,
Mariella doveva venire a Firenze per lavoro. Il primo appuntamento andò buca per una serie di circostanze varie, da ambo le parti. Quindi fu concordato di stabilire una nuova data per incontrare Giacomo.
Il secondo appuntamento avvenne al parco dell’Anconella. Giacomo rimase affascinato da Mariella.
Francesco è un professionista, conosce molte persone, ha relazioni pubbliche con numerosi contatti, un lavoro pieno di interessi, opportunità che amplia gli orizzonti, ecc.
Fra i contatti di Francesco ovviamente vi sono anche donne, alcune colleghe del suo stesso settore. Inoltre essendo Francesco uno sportivo, ha conoscenze e contatti con quel settore.
Francesco gestisce varie pagine e gruppi in social net, ove i contatti li considera fine a se stessi per l’ampliamento e lo sviluppo del suo lavoro.
Mariella si rende conto che Francesco ha un range di contatti molto ampio e, di questo né è molto gelosa.
Quindi inizia un pressing costante per capire se Francesco è interessato a Lei oppure ad altre donne. Accade pertanto che questa gelosia sfocia in possessione, non lasciando adeguato spazio di libertà a Francesco, il quale peraltro non ha contatti sentimentali con alcuna di quelle conoscenze femminili.
Mariella però è testarda, quindi continua nel voler avere il controllo totale su ciò che commenta Francesco sui social. E non solo. Anche quando pubblica articoli e notizie, Mariella scrive appunti a Francesco con critiche, ma anche consigli ben precisi e concisi.
Francesco riferisce a Mariella che non ha alcun diritto su di lui, in quanto ancora sposata e comunque anche se un domani staranno insieme non è quello il modo di comportarsi con la libertà di pensiero altrui.
Mariella non la prende bene ed inizia il primo litigio, perché ritiene opportuno Francesco si adegui alle sue esigenze, quindi cerca di convincerlo nel chiudere i suoi account in Facebook.
Francesco è piacevolmente contento di questa partecipazione di Mariella nel suo lavoro, ma per quanto concerne gli account dei social non è possibile chiudere gli account perché essi sono collegati al suo lavoro professionale, quindi cerca di far capire le ragioni logiche a Mariella la quale non ascolta.
Passano i giorni e Mariella entra in una fase ove ritiene punire Francesco per non aver accettato il consiglio di chiudere gli account in Facebook. Smette di spedirgli baci, i saluti mattutini e serali, di chiedere cosa fa durante il giorno. Un silenzio fatto comunque di qualche sporadico contatto. In un messaggio scrive a Francesco:”Dov’è scritto che devo darti il buongiorno”.
Francesco inizia ad essere dubbioso su Mariella, ma non ha certo elementi tali da poter avere una opinione su di essa, quindi decide di continuare il rapporto.
Nei dialoghi che seguirono quell’incontro, Mariella parlò spesso del marito Giacomo il quale lavora presso il medesimo ente pubblico.
Le passioni di Giacomo sono quelle classiche di molti in Toscana, ovvero funghi, calcio, pesca. In determinati periodi Giacomo va a raccogliere funghi nel bosco, portandone una bella caterva a casa. In altri periodi va a pescare al mare sugli scogli.
Mariella fa un quadro generale del marito Giacomo: Egli proviene da un passato doloroso, con la morte del padre e la madre. E’ una persona fragile, a tratti immatura. Si è appoggiato a lei alla quale demanda ogni e qualsiasi decisione familiare, in particolare del figlio.
Mariella racconta episodi dolorosi vissuti con il marito, il quale lo ritiene incapace, inesistente, assente in tutto, inadempiente a tante cose. Un episodio fra tutti vale menzionarlo, ovvero quando il figlio ‘Michele’, ancora adolescente, cadde a scuola, ed il marito non corse con Mariella al pronto soccorso.
Mariella ha sempre detto che per lei il marito è inesistente ed anche se ogni tanto doveva adempiere alle funzioni intime, era sempre per il quieto vivere e per suo figlio, attualmente adolescente, che chiameremo Nicola un nome di fantasia.
A quel secondo incontro…avrei voluto baciarla, visto l’intimità trascorsa nelle chat, ma aveva l’alito pesante e decisi di non avvicinarmi oltre. Probabilmente aveva mangiato del cibo che era fermentato nello stomaco. Ovviamente, per delicatezza, educazione e rispetto, evitai nel dirlo.
In quell’occasione d’incontro Mariella iniziò a farmi varie domande, in particolare mi chiese da quanto tempo era scomparsa la mia precedente ‘fidanzata’, quanto tempo avevo vissuto con lei, dove, come, ed altro ancora.
Questo mi infastidì molto in quanto, al primo incontro, non era certo il caso nel dovere fare domande di quel tipo, ed avrei gradito dialogare di ben altro e non certo ripercorrere momenti dolorosi, del mio intimo e riservato passato. Non ero disposto a parlarne tranquillamente e ritenni il suo comportamento inopportuno.
Al tempo in cui convivevo con la mia fidanzata, che chiamerò Lorella, un nome di fantasia, la vita sembrava scorrere piacevolmente. Eravamo giovani.
Lei era solare, meravigliosa, bella di aspetto, a volte un pò scontrosa; nata e vissuta in Sicilia, il nostro rapporto era lineare, senza dubbi e incertezze, rari i litigi che poi venivano dimenticati facendo posto all’amarsi.
Mai una volta mi rinfacciò alcunché, nei suoi scritti c’erano sempre parole d’amore, di gioia, di concreta volontà nel stare insieme. Decidemmo di scegliere Fiesole per provare a convivere insieme. Un appartamento molto carino, rustico, ove abitava una sua amica.
Facevo la spola Fiesole/Firenze, per non lasciare mia mamma da sola. Non era un problema né per me né per lei.
La sua amica era invisibile, sapeva quando era il momento di togliersi e andare via per lasciarci nella nostra intimità.
Le giornate trascorrevano felici, ovviamente con i suoi alti e bassi.
Progettavamo di sposarci ed avere dei figli.
Purtroppo quando si pensa che tutto fila liscio arriva inesorabile qualche problema, così un bel giorno venni a scoprire che era malata. Lei negò. Seppi dalla sorella di Lorella e poi confermato dall’amica, che Mariella era incinta. Chiesi e negò ancora una volta. Evitai discussioni. I medici avevano diagnosticato poche settimane di vita. Morì a casa sua, in Sicilia. I genitori cremarono lei ed il bambino.
Continuai per qualche tempo a frequentare l’appartamento ove avevamo vissuto, ove c’era l’amica (Elisa, nome di fantasia), ma questi contatti erano diventati fisicamente troppo vicini, quindi decisi di chiudere definitivamente con quel doloroso passato.
Venni a sapere da conoscenti in Fiesole che l’amica, Elisa, si era fidanzata e l’appartamento affittato ad altre persone.
Avevo raccolto tutto ciò possibile del mio vissuto con Lorella, ma c’era altro ed era rimasto in quell’appartamento. Quando ci andai non mi fecero entrare. Mi lasciarono un cartone al portone che andai a prendere, affranto, amareggiato, deluso.
I genitori di Lorella non mi hanno mai accettato, anzi per loro la morte della figlia era una mia colpa…bhe certo…aveva lasciato il lavoro ‘sicuro’ in Sicilia, per venire a Firenze ove però collaborava con l’amica Elisa ed aveva un buon stipendio mensile.
Il destino di certo, in questo specifico caso, non era stato con me benevolo! Passarono diversi anni freddi, bui, silenziosi. Avevo già percorso questo tunnel quando morì mio padre fra le mie braccia. Avrei evitato tutto ciò, in entrambi i casi.
La parentesi del mio vissuto sopra descritto è doverosa perché avevo fatto molta fatica ad uscirne e ritenni inopportuno che Mariella, a fasi alterne, ritornava sull’argomento, forse per paura che l’ombra della mia fidanzata fosse presente nel rapporto che sta iniziando a sorgere.
Il rapporto che stava nascendo, per me era di amicizia, non intendevo intraprendere una relazione con una donna sposata, ed anche se Mariella ha sempre dichiarato di volersi separare dal marito Giacomo, la realtà dei fatti sapeva era complicata.
Sin dai primi incontri Mariella mi ha sempre detto che potevo essere il ‘padre’ di suo figlio, che ero la persona più adatta a diventare un genitore solerte, attento, disponibile nel prosieguo della crescita di suo figlio Nicola.
Ovviamente erano delle belle parole, ma impossibili dal diventare realtà poiché Nicola ha già un padre ed io non potevo né dovevo inserirmi nella vita genitoriale quotidiana fra di loro. Mariella però ha sempre cercato di rassicurarmi, dicendo che, nel momento del divorzio sarebbe cambiato molto. Ero molto scettico, sapendo per esperienze di conoscenti, quali difficoltà erano andati incontro.
Certo, l’idea di una famiglia è nella mia prospettiva di questa vita, però ho sempre i piedi per terra e la testa sulle spalle, quando si parla di ‘convivenza’, sia essa con una donna single che con una donna ‘divorziata’. C’è un limite invalicabile ove non si può accettare compromessi che portano a problematiche, anche di natura logistica e legale di non poco conto.
Mariella continuava nel voler entrare nel mio vissuto, com’essa spesso parlava del suo matrimonio con un uomo che, da quanto diceva e scriveva, non era adatto a fare il padre di suo figlio, pertanto si considerava una vedova e disprezzava ampiamente il marito.
Il sentimento dell’amicizia è poi diventato un affetto differente, un innamoramento. Inaspettato.
I diversi momenti piacevoli però venivano funestati da iniziali litigi, i cui argomenti erano quasi sempre incentrati su specifici argomenti, riesumando dialoghi precedenti sui quali li per lì sembrava tutto appianato, compreso, concordato insieme…invece…
Iniziavo quindi a domandarmi quale era effettivamente il disagio interiore di Mariella poiché non capivo la finalità nel riascoltare ciò che era stato appianato insieme, concordando le differenze reciproche, pertanto accettando effettivamente i nostri pregi e difetti.
Alla base di tutto ciò la mia disponibilità nel continuare a frequentare una donna sposata, le problematiche di una scarsa quotidianità, l’impossibilità di poter convivere insieme a breve, le difficoltà nel partecipare ad una vita fra due genitori viventi ed altro ancora.
Era evidente che la sofferenza di Mariella proveniva dal marito, ma iniziavo ad essere stanco per il comportamento di questa persona, la quale un momento prima si lanciava in affettuosità esponenziale e poi cambiare umore gettandomi addosso di tutto e di più, con frasi, a tratti offensive, ove mi toccavano nel profondo dell’anima, peraltro mortificando quel rapporto sentimentale che stava nascendo.
C’era qualcosa che non andava e dovevo scoprire cosa. Quindi ho indossato l’armatura della ‘pazienza’ e mi sono fatto scivolare addosso gli sbalzi d’umore di Mariella. Ovviamente la mancanza di quotidianità nel rapporto, quindi l’impossibilità di una convivenza fisica, mi portava a sentirmi una ‘ruota di scorta’, ma avevo scelto di capire.
In tutto quanto sopra avvenivano gli incontri ove c’erano affettuosità reciproche, carezze, baci, abbracci molto intensi. Mi frenavo dal lato sessuale, per rispetto in Mariella, però quando il desiderio si accendeva, allora era inevitabile accarezzare i suoi capelli, il viso, la bocca, il suo bel corpo profumato, quei ben seni con dei capezzoli meravigliosi, ecc.
In più di una occasione però Mariella disse, ‘Mi sento sporca dentro’. Non riuscivo a comprendere quella frase ed anche se cercavo di avere con lei una spiegazione, l’argomento veniva interrotto. Gli chiedevo:”Se ti senti tale, perché mi incontri, per quale motivo continuare a frequentarci”.
La mia presenza comunque continuava ad esserci come si evince anche nei momenti in cui il figlio ha avuto problemi di vario tipo, per esempio quando pubblicò un video con varie bestemmie di suoi amici sul social Instagram, o pubblicò dei video violando il diritto d’autore su Yotube, ed altro ancora. Sono stato un pò l’angelo custode invisibile di Nicola, dando a Mariella l’appoggio che necessitava ogni volta me lo chiedeva od io stesso vedevo fosse necessario, quindi mi interfacciavo con lei su quel problema.
I litigi però continuarono ad esserci ed oltrepassarono la meta e la mala misura, ove Mariella esordiva con frasi spiacevoli che non sto a ripercorrere. Il problema era sempre lo stesso, l’impossibilità di una normale quotidianità del vivere insieme.
Mariella tornava a casa, da suo marito Giacomo ed anche se lei diceva avere rapporti sessuali sporadici, ritenevo ciò non rispettoso nei confronti della relazione sentimentale.
Iniziai ad avere dei dubbi e domande su me stesso e decisi di fare un pò di autoanalisi, un consiglio di un amico del tempo in cui morì la mia fidanzata. E’ sempre bene riflettere, mettersi davanti allo specchio e parlare con se stesso. Sembra assurdo, ma funziona.
A tal proposito riporto delle frasi raccolte in un blog, cambiandole su me stesso, poiché esse sono quelle che mi sono chiesto, in quella pausa di profonda riflessione.
Ebbene mi chiesi se ero un adulto maturo, sano e psicologicamente funzionale, poiché volevo la possibilità di crescere, sviluppare nuovi aspetti di me stesso, scoprire nuovi punti di forza, e ottenere una maggiore sensazione di felicità e di comprensione dal coinvolgimento con un’altra persona, nel caso specifico con Mariella.
Mi chiesi se questa crescita e il suo sviluppo era l’espansione della capacità di prendermi cura di qualcun altro (Mariella), in modo che la crescita e il benessere di Lei diventasse importante. Se volevo aumentare la capacità di conoscere meglio Mariella, rispettarla ed accettarne sia forze che debolezze.
Sapevo che non è possibile amare tutto ciò che riguarda l’altra persona, né l’altra potrà amare me nella medesima, quindi rimane quello di coltivare la fiducia ed avere buone possibilità di sostenere la relazione di vita con chi avevo incontrato.
Mi sono poi chiesto se la attuale ‘compagna’ era qualcuno di cui fidarmi, con cui condividere i miei sentimenti, i pensieri, le aspirazioni, qualcuno i cui obiettivi possano essere diversi, ma non si oppongano ai suoi stessi, qualcuno a cui può appoggiarmi quando c’è bisogno, e qualcuno che è disposto ad avere appoggiato a se’ medesimo, se il caso.
Mi sono detto che non voglio un rapporto basato su un principio di dipendenza, ma desidero incoraggiamento e il massimo sviluppo dell’altrui individualità. L’amore non è quello ove si scrive più volte ti voglio bene o ti amo, se poi non si è in grado nel saper dimostrare l’affetto con autenticità.
Mi sono chiesto se continuare a frequentare Mariella, tenersi dolcemente per la mano, sfiorarsi i capelli e, in quell’attimo, ritrovarsi in volo. Perché era bello sentire il suo respiro avvicinarsi e chiudere gli occhi senza pensare ad altro, ma solo ad entrambi. Perché si restava dentro l’emozione dei dolci baci.
Mi chiesi perché Mariella riesumava i miei difetti, dato che in Amore si accetta di entrambi.
Mi sono chiesto se stavo vivendo in una illusione considerando peraltro che la realtà era una relazione sentimentale ‘monca’ con una persona sposata, il cui divorzio doveva partire dal far accettare al figlio adolescente un nuovo partner.
Mi sono chiesto se ero disposto nel continuare ad accettare momenti umorali di Mariella che passavano da una intensa affettuosità, ad una carenza di semplici gesti come un buongiorno, sino al ricevere frasi spiacevoli di cui non sto ad elencare.
Siccome quando si vuole bene ad una persona, quel sempre per sempre, per me non è parole al vento, ma dimostrazione reale e concreta di affetto, decisi di continuare nel frequentare Mariella.
I mesi quindi scorrono, come i giorni, le ore e con essi gli incontri, continuare a vivere questa relazione sentimentale via chat e mail, inviandosi reciprocamente foto quando si andava nei posti. In tutto questo però c’era una gelosia possessiva di Mariella, ove ogni tanto leggendo qualche mio commento su facebook oppure se pubblicavo immagini su qualche pagina da me gestita, riteneva dover ‘scrivere quel che penso’.
Al contrario quando era da parte mia un appunto a quanto osservavo su di Lei, diventava una offesa e partivano offese per scritto, come per esempio quando andò al mare e gli chiesi una foto in bikini con sfondo paesaggistico, mi rispose a cosa ‘Alludevo’…sinceramente rimasi basito, d’altronde ci si conosceva ormai da tempo, cosa c’era di male nel inviare una propria foto del mare…enigma!
Nel mentre avvenivano queste situazioni, a quanto sembra il figlio Nicola si accorge che sua madre, Mariella, è cambiata…si veste diversamente, va più spesso dall’estetista, dal parrucchiere, insomma nota qualcosa di diverso dalla routine. Chiede a sua madre cosa accade, ma le tergiversa. D’altronde non è opportuno che i figli si intromettano nella vita dei propri genitori.
Il figlio Nicola nel frattempo inizia a indagare per capire chi frequenta la madre, chi è l’intruso nella vita dei suoi genitori, ed essendo un bravo provetto hacker riesce perfino ad entrare nel telefono della madre, lasciato inavvertitamente a casa, leggendo dei miei messaggi. Da lì scatta la paura che la madre abbandoni suo padre, quindi reagisce cercando di organizzare incontri ove i suoi genitori stanno insieme, ma osserva che essi sono distanti fra loro, vede la madre non avere più l’affetto per il marito.
Nicola ha quindici anni ed inizia ad entrare in una fase delicata dell’adolescenza, anche se ancora non è sviluppato come altri suoi coetanei, comunque ragiona, fa congetture ed inizia a fare pressing sulla madre, vuole capire cosa accade.
Bisogna considerare che lo sviluppo psicologico-emozionale non procede sempre di pari passo con quello fisico, peraltro le società occidentalizzate stanno provocando un ritardo sempre maggiore dello sviluppo psicologico, mentre in altre zone del mondo pare verificarsi l’opposto. I limiti di età sono diversi tra persone di sesso opposto,. L’adolescenza comporta lo sviluppo puberale, momento in cui i medici spesso consigliano ai genitori nel evitare atteggiamenti affettivi del tempo infantile, peraltro consigliano anche evitare nel dormire assieme all’adolescente (padri con figlie e madri con figli).
La sessualità dell’adolescente ha infatti raggiunto la forma alloerotica (cioè bisogno del partner), quindi se un padre dorme con la figlia provocherà situazioni di imbarazzo.
La fragilità somatica e psicologica dell’adolescente, in questa fase, è evidente e facilmente spiegabile se si tiene conto del lavoro per il consolidamento delle sue strutture fisico-psichiche che in lui si va compiendo.
Nicola dorme insieme alla madre nel lettone, tant’è che il padre a volte ironicamente gliel’ho fa notare di essere cresciuto. L’obiettivo però è quello della madre Mariella, in quanto cerca di non stare accanto al marito, evitando il contatto fisico ed ovviamente sessuale.
Nicola si accorge comunque che la madre è in conflitto con il padre se pur lo sopporta per il bene suo, ma nel contempo vede arrivare una nuova figura di cui non sa chi é, né conosce alcunché, soltanto per quanto ne parla la madre a lui nei dialoghi che avvengono.
Nicola prende su di sé in prima persona l’onere di un futuro possibile scontro fra i suoi genitori, lo rielabora e mediata sul fatto di come sostituirsi al genitore ‘assente’ nel rapporto coniugale.
La separazione dei genitori è una fase delicata, ma non determina di per sé il rischio di malesseri e problematiche successive. Le eventuali difficoltà riscontrate dai soggetti emergono, piuttosto, dalla modalità con cui essa viene affrontata.
La madre Mariella, nei dialoghi con il figlio Nicola, cerca di spiegare che non sarà mai abbandonato e che lei ci sarà sempre, compreso suo padre Giacomo.
Secondo alcuni trattarti di psicologia, “l’adolescente non attribuisce più a se stesso la responsabilità della separazione e non vive più l’esperienza come abbandonica in senso stretto, non mette cioè in discussione, se non per altri elementi relazionali più gravi, il senso di sicurezza di sé”.
Mariella però riferisce al proprio partner che il figlio continua con discorsi particolari e né prova che esso adotta metodi classici come far finta di sentirsi male di salute, di fatto per costringere la madre a stare accanto a lei e di poi anche il padre, piuttosto che accettare la nuova realtà con un nuovo partner.
Mariella però è determinata a fare la scelta, quindi conferma al partner il voler vivere insieme a lui, comunicandogli comunque che andrà da una psicologa per risolvere la conflittualità del figlio e la sensazione dello stato di abbandono.
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che, da quanto riferì Mariella, aveva notato questa relazione, ed allora a seguito di ciò disse il figlio iniziò a chiedere, poi quando mi vide su Instagram non avere follower, disse Mariella si insospettì, ma d’altronde è un social che ritengo inutile, salvo per chi è, invece un’opportunità di fare soldi facendo l’influencer (infatti il figlio di Mariella è su quel social, ma non ho capito a cosa gli serve salvo forse raccontare cosa fa durante il giorno, la passione per i giochi…).
siccome è un genieo del per
silenzi, assenze nel saluto quotidiano come un semplice buongiono o buonasera o raccontare il quotidiano, insomma situazioni che, con il tempo, iniziavo a farci il callo ed a volte mi divertivano per l’infantilità di tale s, d’altronde il mio obiettivo era capire sin dove sarebbe arrivata tutta questa sotira.
Il prosieguo è stato nel ritrovarmi a ripercorrere una strada già fatta in precedenza, ove la qualunque cosa fosse motivo di litigio esso era un’opportunità, per Mariella, nel riportare situazioni che dovevano essere già appianate da tempo e, invece ritornavano a galla. Fra queste il continuo accusarmi sull’assenza che, peraltro non è assolutamente vero, oppure fare riferimento alle ‘bugie’, in modo generico, lasciando adito al nulla di questo infinito universo, ed altro ancora comunque cose davvero assurde, spiacevoli ed illogiche.
Poi una svolta alla situazione, quando Mariella, in un incontro a Panzano, esternò con massima convinzione la conferma di raggiungere l’obiettivo nel divorziare dal marito Giacomo e vivere una vita insieme a me, per rispetto nei confronti di quella relazione sentimentale che veniva vissuta, da entrambe le parti in modo ‘ monco’ , con vari fraintesi, presupposizioni di sapere verità altrui e di conseguenza scivolare nel consueto accusare l’altro di bugie, assenze ed altro ancora.
Pensai finalmente era una Mariella consapevole di aver capito la situazione. Invece…pochi giorni dopo l’epilogo è stato del tutto negativo, con un messaggio ove non c’è niente di nuovo di quanto è inerente a quello che ella ha promesso…solo bufie. Niente altro.